Dalla mia finestra, un mese di baci e gemiti per prepararsi al film

Tra i più visti di Netflix, il titolo spagnolo già divide

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Dalla mia finestra

E’ appena arrivato su Netflix, ma dal 4 febbraio a oggi il Dalla mia finestra di Marçal Forés è stato uno dei titoli più visti. Una sorpresa, almeno considerata la poca visibilità degli interpreti sul mercato italiano, meno se si pensa alla vicenda raccontata e alla speciale preparazione alla quale si sono sottoposti Julio Peña e Clara Galle, ‘costretti’ a un mese di baci e gemiti per prepararsi al film e alle scene di sesso che li aspettavano.

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E che punteggiano l’adattamento dell’omonimo successo di Ariana Godoy, pubblicato in Italia dalla Sperling & Kupfer, la cui trama – disponibile tra le info dello streamer – recita:

La lunga cotta di Raquel per il suo vicino di casa si trasforma in qualcosa di più quando lui inizia a nutrire sentimenti per lei, nonostante le obiezioni della famiglia.

I due protagonisti avevano da poco compiuto 18 anni quando si son trovati a dover interpretare Ares e Raquel sullo schermo, confrontandosi con l’imbarazzo di esser costretti a girare le scene più intime davanti a una troupe al lavoro. Un problema che la produzione ha cercato di risolvere ingaggiando una “coordinatrice di intimità”.

“Era molto loquace – ha ricordato divertita Clara Galle. – Arrivava e diceva ‘tu, sdraiati qui’. Ho passato un intero pomeriggio su una palla da pilates rimbalzando e gemendo, perché bisogna provare tutto.

“Abbiamo passato i fine settimana facendo un master in sesso, praticamente – le ha fatto eco il compagno d’avventura, inizialmente “spaventato a morte” dall’argomento sesso. – Parlavamo di sesso in modo molto naturale, realizzando che alla fine è una cosa normale, che tutti hanno quell’istinto”.

Un mese di prove iniziato subito dopo essersi visti per la prima volta, ma che – al netto delle tante polemiche che stanno dividendo pubblico e critica – sembra aver dato i frutti sperati. Sia per dare una rappresentazione del sesso tra adolescenti capace di emozionare, in primis gli stessi interpreti (“ho pianto quando ho visto la scena della prima volta”, ha detto lei), sia per far raggiungere ai due attori la chimica e la confidenza necessarie a girare certe scene.

Quando sono arrivati a Barcellona, sul set, è bastato uno sguardo. D’altronde, come ricorda ancora la Galle: “Mi aveva già visto fare tutto, e anche io”.