David Cronenberg rompe il silenzio sul suo ritorno a Cannes 2022

A breve Crimes of the Future di Cronenberg sarà presentato in Concorso al Festival di Cannes, il regista svela la sua opera e il suo pensiero in merito

0
David Cronenberg

David Cronenberg è stato un regista all’avanguardia nell’horror per più di 50 anni, a quasi 8 anni dall’ultimo suo film, sembra ora tornare alle sue origini con un’opera, Crimes of the Future, che promette di sorprendere il pubblico del 75° Festival di Cannes, dove a breve sarà presentato in Concorso con un cast straordinario tra cui Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart.

Creatore di un genere chiamato body horror, Cronenberg portò avanti un filone narrativo che univa il terrore e la fantascienza all’esplorazione dell’universo delle mutazioni fisiche e genetiche ed esplorò nel contempo l’angoscia umana di fronte all’uso sconsiderato del progresso scientifico sul corpo. Con La mosca (1986) raggiunse l’apice del successo, mentre tra il 1996 e il 2014 suoi film, come Spieder, A History of Violence, Cosmopolis e Maps to the Stars, sono stati selezionati in Concorso, guadagnando anche un Premio speciale della giuria nel 1996 per Crash.

Cronenberg torna ora a Cannes 2022 con Crimes of the Future, film in cui l’eco della sua opera, soprattutto quella appartenente alla sua prima fase, sembra risuonare fortemente nella storia di un artista che usa la chirurgia come strumento di performance per i suoi spettacoli.

LEGGI ANCHE: Crimes of the Future di David Cronenberg vietato ai minori (trailer)

Intervistato da Deadline, il regista ha parlato delle sue ispirazioni e del suo interesse che oscilla sempre tra la psicologia e la fisicità più carnale.

Per me, la psicologia è carnale – ha detto Cronenberg, quindi non mi sembra così diversa. Fondamentalmente, sto tornando a un tipo di regia che non facevo da un po’. E la sensazione è che ci sia un nuovo pubblico per un film come Crimes of the Future, che non esisteva quando stavo girando i miei ultimi tre o quattro film. Quindi, è il mio ritorno alla carne”.

Crimes of the Future si svolge nel mondo dell’arte, un tema già toccato in Videodrome, ma non pienamente esplorato.

[Il tema dell’arte] era evidente anche in Scanners – spiega Cronenberg, in realtà, dove c’è uno scultore che vive all’interno della testa che ha creato, come ricorderete. Quindi, il mondo dell’arte non è mai stato lontano dalla mia sfera di competenza. Ho davvero evitato di avere un personaggio importante che fosse un artista, ma con Crimes, si tratta di un tipo di arte molto specifica, un tipo di arte molto carnale. Fondamentalmente è una performance art chirurgica. Quindi, riunisce alcuni dei temi delle cose con cui ho avuto a che fare. Sono sempre interessato, come, suppongo, qualsiasi scrittore o regista, al processo creativo e a puntare l’obiettivo su di esso. È una cosa onorevole. Molti, molti registi hanno girato film sul cinema, o sugli scrittori, sugli scultori. Quindi, questa è la mia versione molto particolare perché ho inventato una forma d’arte. Non che la performance art non sia esistita, ovviamente è esistita ed è ancora fiorente. Ma nel mio film è un ambiente inventato. Quindi, mi è sembrato molto naturale quando lo stavo scrivendo tanti anni fa. E quando l’ho rivisitato, ovviamente da una prospettiva molto diversa, mi è sembrato ancora abbastanza fattibile, piuttosto succoso”.

Viggo Mortensen interpreta il protagonista Saul Tenser e nel film è impegnato in un progetto che Cronenberg descrive così: “Saul Tenser è particolarmente concentrato sulla propria condizione umana, come la maggior parte di noi. E in particolare questo focus è sul suo corpo, il suo stesso corpo, e sul potenziale di creatività che il suo corpo sembra esprimere. E questa è un’interessante inversione del normale processo di espressione artistica. Questo è il trucco del film, quell’aspetto”.

Le opere di Cronenberg sembrano in un certo senso aver precorso i tempi e annunciato una realtà molto simile a quella odierna, ma il regista commenta così la responsabilità che tale percezione ha su di lui: “come artista, è, ironia della sorte, molto liberatorio pensare di non avere alcuna influenza su nessuno. Come artista, devi accettarlo. Penso che sia un grosso errore pensare che cambierai il mondo se sei un artista. Un grosso errore. Innanzitutto, non è realistico, come ha dimostrato la storia. E poi, in secondo luogo, inizierebbe davvero a inibirti. Il fatto che l’arte possa influenzare le persone è innegabile, ma il modo in cui lo fa, e la sua potenza, è totalmente in discussione e varia totalmente nel contesto e così via”. E aggiunge: “Fondamentalmente, mi sento una creatura benigna nell’universo e, quindi, presumo che la mia creatività produrrà risultati benigni. Ora, che sia vero o no…”.

A proposito del suo ritorno a Cannes e della possibile reazione del pubblico festivaliero ai forti temi del suo film Cronenberg commenta: “Non sono nervoso. Non vedo l’ora perché quando fai un film lo fai per far reagire le persone. E, come al solito, e l’ho detto molte volte, non faccio un film per scioccare le persone o aggredirle. Dico solo: ‘Queste sono le idee che ho avuto. Questi sono sogni che mi hanno turbato. Ve li mostro. Potete interpretarli come desiderate’. Non credo che avremo una reazione simile a quella che ebbe Crash. Per prima cosa, non c’è davvero sesso nel film. Voglio dire, c’è erotismo e sensualità, ma, ovviamente, parte di ciò che dice il film – e uno dei personaggi lo dice in modo molto diretto – è che la chirurgia è il nuovo sesso. Se lo accetti, allora sì, c’è del sesso nel film, perché c’è la chirurgia! Quindi, le persone potrebbero essere scoraggiate da questo. Ci sono alcune scene molto forti. Voglio dire, sono sicuro che ci saranno delle defezioni entro i primi cinque minuti del film”.