Deadpool & Wolverine – il cast e il regista presentano l’atteso cinecomic

Il cineasta Shawn Levy, la co-produttrice esecutiva Wendy Jacobson e gli interpreti Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Rob Delaney ed Emma Corrin hanno parlato del film nelle sale dal 24 luglio.

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Eccolo, il team che potrebbe risollevare le sorti dei cinecomics, mentre sfila per la presentazione di Deadpool & Wolverine (in uscita con The Walt Disney Company Italia il 24 luglio): Wendy Jacobson (co-produttrice esecutiva del film), Rob Delaney (di ritorno dal precedente capitolo della saga nei panni di Peter), Emma Corrin (villain d’eccezione nel ruolo di Cassandra Nova Xavier), il regista Shawn Levy ma soprattutto la coppia di protagonisti, Hugh Jackman, aka il solo e unico (fin qui, almeno) Wolverine e Ryan Reynolds (alias Deadpool), che del nuovo lungometraggio dedicato al logorroico, letale e scorrettissimo antieroe è anche co-produttore e co-sceneggiatore. Senza dimenticare la guest-star Dogpool, ovvero la carlina Peggy, che come anticipatoci dai trailer, si ritaglierà un ruolo sul grande schermo: «Voglio essere lei da grande», scherza Reynolds a proposito della collega a quattro zampe.

«Con una storia e una mitologia di riferimento di questo calibro, 85 anni di storia editoriale, 33 film, 12 serie tv», spiega Wendy Jacobson a proposito dell’esperienza su una simile produzione, «non ho dovuto navigare da sola». E ringrazia il capo del dipartimento preposto alla storia, Andrew River, aggiungendo che è stato «molto facile» lavorare con il cast: «Mi sono davvero goduta la corsa, ogni giorno».

Quella di Deadpool & Wolverine ci parla anzitutto dell’incontro fra questi due amatissimi personaggi e attori (finalmente con indosso le iconiche tute dei fumetti), che in realtà si erano già conosciuti in occasione di X-Men – Le origini: Wolverine (2008). Ma da allora ne sono cambiate di cose: Disney ha acquistato la Fox, Logan ha perso eroicamente la vita nell’omonimo film del 2017 diretto da James Mangold e l’intero universo dei mutanti al cinema aspetta l’inevitabile reboot integrato nella continuity degli Avengers. Tutte cose su cui il film in arrivo promette di ironizzare col consueto umorismo metatestuale e citazionista cui ci ha abituato Wade Wilson. Ma il tono da scatenatissima commedia nera, promettono, non andrà a scapito dell’epicità e delle emozioni, come si conviene a un’avventura la cui posta in gioco è pur sempre la salvezza di un intero mondo a rischio cancellazione.

Stavolta, non a caso, «Deadpool crede in modo delirante di essere il Messia, il Gesù della Marvel», anticipa Reynolds, che definisce «incredibilmente gratificante» l’aver potuto coronare il sogno (condiviso da tanti fan) di tornare a dividere lo schermo con l’amico Jackman. Il quale, confessa, credeva ormai «di avere chiuso» con l’artigliato canadese: «Logan sarebbe stata l’ultima volta, l’avevo annunciato prima di girare quel film, e circa tre giorni dopo ho visto Deadpool, era il 2016, e dopo quindici minuti mi sono detto “Ooops, avrei dovuto vederlo prima”». E il desiderio di riunire i due personaggi fianco a fianco non è venuto meno. Finché, saputo che l’altro era in procinto di rimettersi il costume cinefumettistico, non ha esitato a chiamarlo e dirgli: «Ryan, per favore, ho davvero voglia di farlo». «Ci fu una pausa», prosegue, «e lui disse che il mio tempismo era fantastico perché avrebbero avuto fra tre ore un incontro dove presentare la loro ultima proposta».

«Non appena Hugh ha chiamato», aggiugne Shawn Levy (che aveva già diretto Jackman in Real Steel e Reynolds in Free Guy e The Adam Project), «e non appena abbiamo pensato a questo duo, finalmente ha preso vita il terzo film di Deadpool. Ci ha dato il cuore della storia e del film». Certo bisognava trovare il modo giusto di riportare Wolverine “in vita”, perché, sottolinea Reynolds, Logan è «sacro. Voglio dire, è qualcosa che tutti noi veneriamo, quel film e la performance di Hugh». Ma, una volta capito quale potesse essere la chiave, «allora è stato tutto davvero divertente». Portando a «un diverso tipo di film dell’MCU, di cui siamo tutti immensamente orgogliosi».

Il regista Shawn Levy con Ryan Reynolds e Hugh Jackman nei panni, rispettivamente, di Deadpool e Wolverine.

Jackman, che a ottobre compirà 56 anni e da quasi 25 incarna il mutante che gli ha dato notorietà, ammette di essersi sentito «rinvigorito nell’interpretarlo di nuovo», e avvisa i fan di prepararsi a vedere «un lato completamente diverso» di Logan, ma comunque coerente: «Hanno scritto il film con generosità, dettagli incredibili e amore per il personaggio».

Anche Rob Delaney si confessa «eccitato», oltre che «onorato» di tornare nei panni di Peter, un personaggio creato appositamente per Deadpool 2. «È molto divertente lavorare con Rob», commenta Reynolds, «se lo conosci è un sovversivo, eppure si presenta con questa sorta di dolcezza alla Ned Flanders». Emma Corrin, che interpreta la malvagia sorella gemella di Charles Xavier (e infatti ha riguardato sia la performance di Patrick Stewart sia quella di James McAvoy), rimarca dal canto suo la soddisfazione di aver partecipato a Deadpool & Wolverine. Ma ammette che le dita prostetiche indossate durante le riprese sono state una sfida non indifferente: «Fa davvero la differenza avere questa sorta di estensioni alle mani, cambia il modo in cui muovi le braccia e tutto il resto, il che è stato davvero utile perché tutto il potere di Cassandra emerge, oltre che dalla sua mente, dal suo gesto».

A proposito di gestualità, Reynolds non considera affatto disagevole recitare nella tuta di Deadpool, che anzi gli permette di sperimentare un’espressività diversa da quella del volto: «È un po’ il lavoro dei clown: le mani, la voce, i movimenti più piccoli e i più grandi, trasmettono tutti quelle espressioni micro-facciali che non posso usare. In realtà non mi sento mai così libero come quando indosso la maschera». E la libertà anche narrativa, trattandosi di un personaggio che si è sempre retto sulle sue gambe senza dipendere troppo dal disegno complessivo e dai vincoli del franchise in cui è inserito: «Adoro poter fare un film che è di per sé solo un film. Deadpool & Wolverine non è la pubblicità di un altro film». «Abbiamo avuto una libertà incredibile», conferma Levy, «Mi aspettavo che ci dessero dei limiti, ma non è accaduto».

Nondimeno, si tratta di un lungometraggio decisivo per la Marvel, dopo vari mesi di assenza dei suoi beniamini dagli schermi e alcune performance al botteghino sotto le aspettative. E la curiosità degli spettatori è tanta, al punto da aver originato svariati rumor su chi e cosa vedremo tra pochi giorni al cinema. Fra i più bizzarri, ricorda Reynolds, quello  «che Re Carlo fosse nel film. E c’è stato un momento in cui abbiamo pensato: potremmo farlo succedere?». Ma forse ancora più assurdo è il rumor sentito da Jackman: «Che ci fosse un intero numero di ballo e canto per Wolverine. Nudo».