Sono personaggi che superano ogni immaginazione quelli che Giulia Louise Steigerwalt ha ritratto in Diva futura, suo secondo lungometraggio dopo il successo di Settembre, Miglior Esordio alla Regia e Migliore Attrice Protagonista ai David 2023. Il film, che narra la controversa e affascinante epopea di Riccardo Schicchi, pioniere di un cinema porno latore di una sua etica, è ora in concorso alla 81ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
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È Pietro Castellitto a vestire i panni dell’eccentrico, naïve e a suo modo geniale Riccardo Schicchi, scomparso nel 2012, così come lo ha descritto la sua affezionatissima segretaria Debora Attanasio, in Diva futura interpretata da Barbara Ronchi, nel suo libro “Non dite alla mamma che faccio la segretaria”.
“Sono personaggi ‘bigger than life’ e non potevo non raccontare questo lato”, spiega alla presentazione di Diva futura al Lido di Venezia la regista e sceneggiatrice, che stupisce tutti nel rivelare che quanto raccontato nel film, anche gli aspetti più assurdi, è realmente accaduto, tutto e anche più di quello che è stato possibile contenere nei seppur notevoli 120 minuti di pellicola.
Diva futura, la trama
Diva futura racconta l’ascesa e il fallimento di un progetto visionario che si realizzò sotto l’intuizione di Schicchi tra gli anni ’80 e gli anni ’90, con l’agenzia Diva Futura, società di produzione di cinema porno che rivoluzionò la cultura di massa trasformando l’utopia hippie dell’amore libero in un nuovo fenomeno. Da Ilona Staller a Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre, Schicchi creò letteralmente dive hard di fama mondiale che entrarono nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Con loro nacque l’espressione “pornostar” e iniziò di una nuova era del genere.
Riccardo Schicchi
Steigerwalt dipinge un ritratto di Riccardo Schicchi sorprendentemente illuminante e insieme a Pietro Castellitto crea un personaggio tanto fantasioso e bizzarro, quanto intrigante e realistico. “Ho amato l’etica fuori dagli schemi di Schicchi. Avere un sistema valoriale all’interno di una rottura dei valori è proprio della visione di una persona intelligente ed entusiasta della vita”, dice la regista, la quale sottolinea quanto in generale sia stato interessante lavorare alla costruzione di tutti i personaggi di Diva futura. “Volevo portare lo sguardo di ogni personaggio sulla storia, ho deciso di seguire la loro complessità in cui ho trovato una estrema ricchezza”.
Per lei la forma della commedia non è necessariamente un vincolo a trattare temi più profondi come quelli che Diva futura affronta. “A me piace unire la commedia al dramma, trovo che le due cose insieme si potenzino e in alcuni racconti offrano una lettura più complessa. La storia che avevo davanti si prestava a questa commistione. Per loro erano gli anni più divertenti della loro vita. Ho una visione positiva della commedia e penso che si possa parale di cose serie pur facendo sorridere. Il problema non sono i temi che si trattano, ma come vengono messi in scena. Spero ci sia una reazione da parte del pubblico non moralista, sarebbe un grandissimo paradosso”.
“Quel mondo lì – racconta Pietro Castellitto – nasceva da una visione. Schicchi aveva uno sguardo liquido, sereno ma anche affaticato, era un uomo che nella vita ha fatto quello che voleva fare e che si è posto tantissime domande. La pornografia con cui sono cresciuto io ti fa soltanto una domanda: ‘quanti anni hai?’”
Guarda qui l’intervento di Pietro Castellitto
“Mi piace che il film non inizi con il mio personaggio, che invece arriva quando la nascita degli ideali di Schicchi è già avvenuta – racconta Barbara Ronchi – Debora siamo noi, entra in questo mondo con il nostro occhio prevenuto, lo conosce e se ne innamora. Lei ancora oggi parla di Schicchi come se non fosse mai morto. Mi ha fatto capire quanto questo uomo sia stato importante e quanto lui amasse queste donne”.