Donne d’Europa alla regia: parola alla Repubblica Ceca

Sono quattro i film all’Isola del Cinema di Roma per la quinta edizione dell’European Women Filmakers, il cui focus di quest’anno è sulla cinematografia ceca.

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«Amore è il fatto che tu sei il coltello con il quale frugo dentro me stesso»: così scriveva Kafka nelle sue lettere a Milena, e sono queste le parole che ci tornano in mente approcciandoci alla cinematografia ceca e al femminile di questi ultimi anni. La quinta edizione dell’European Women Filmakers, presentata  il 15 e il 16 luglio all’Isola del Cinema, ha in programma quattro opere che incarnano alla perfezione questo concetto.

Ad aprire le danze è il corto Love, Dad (Millý tati, 2021) di Diana Cam Van Nguyen, presentato in anteprima al Locarno Film Festival. Il documentario animato, in tredici minuti di voice-over, racconta di una figlia che cerca di ricostruire il proprio rapporto con il padre. La storia s’ispira a una diretta esperienza della regista, separata dal genitore finito in prigione quando aveva undici anni. I dialoghi si rifanno alla loro corrispondenza, riuscendo a scavare più profondamente nell’animo dello spettatore consapevole.

A seguito del corto è prevista la proiezione del lungometraggio Caught In The Net (2020), di Barbora Chalupova e Vit Klusak. Si tratta di un secondo documentario, ben più feroce ed emotivamente complesso da gestire, che testimonia le vicende di tre attrici spacciatesi per dodicenni sui social network. L’esperimento mostra e denuncia la realtà dei predatori sessuali su internet – ben 2458 in soli dieci giorni – e cerca di trasformare i cacciatori in prede alla mercé dell’autorità.

Sabato 16 luglio, invece, si inizia alle ore 22:00 con il corto animato di Anna Podskalska, Red Shoes (2021). Omaggio al capolavoro di Michael Powell ed Emeric Pressburger, Scarpette rosse, il film racconta di Rosa, invisibile agli occhi dei suoi concittadini finché non riceve in dono da uno sconosciuto un paio di calzature incantate. Grazie a queste la donna inizia a ballare in modo sfrenato e ben presto si rende conto di essere succube delle scarpette e dei suoi passi di danza.

A chiudere la serata è, invece, un documentario musicale in cinque capitoli. The Sound Is Innocent (2019) di Johana Ožvold punta il suo sguardo sugli studi di registrazione e invita a un viaggio nella storia dell’evoluzione del suono elettronico, dalla sua nascita a oggi. Una serie di artisti e musicisti vengono qui intervistati e invitati a condividere i loro pensieri su un genere musicale che ha cambiato l’arte, la cultura e persino la società del mondo intero.

Toccano tutte temi diversi queste ‘Milena’, queste donne dell’EWF all’Isola del Cinema; offrono al mondo visioni nuove e talvolta inaspettate. Avere l’occasione di scoprire il loro linguaggio è un qualcosa di prezioso proprio perché sanno scavare a fondo, come coltelli che rovistano nelle viscere e nell’animo umano.