Dune, Denis Villeneuve: “La sfida più grande? I capelli di Timothée!”

Il giorno dell'anteprima nelle parole dei protagonisti di Dune

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Credits: La Biennale, ph_Giorgio Zucchiatti

“Dune è un film pensato e realizzato per la sala, è un esperienza fisica, d’immersione. Incoraggio tutti a vederlo in sala: per me il grande schermo fa parte del linguaggio”.

Parole forti e chiare quelle di Denis Villeneuve durante la conferenza stampa del suo Dune, titolo di punta presentato in anteprima alla Mostra di Venezia. Il regista canadese, presente in Laguna con grand parte del cast, ha parlato della sua ultima fatica, ispirata alla celebre saga di romanzi scritti da Frank Herbert negli anni ’60.

“Ciò che mi ha colpito e commosso quando ho letto il libro da bambino è stato questo viaggio alla ricerca di un’identità che passa attraverso un’altra cultura, ma anche la relazione con la natura, la malinconia e la sensazione di isolamento che affronta il personaggio” – ha spiegato Villeneuve, aggiungendo – “Herbert ha scritto il romanzo negli anni Sessanta, ma ha fatto un ritratto del XX° secolo che è diventato sempre più una previsione dei tempi che stiamo vivendo. Una riflessione tra religione, politica, l’effetto del colonialismo, problemi ambientali. Speravo non fosse stato così, ma il film parlerà più ora al mondo che in passato. Le generazioni future ci giudicheranno. È il momento di imporre dei cambiamenti, di spingere. È ora di agire. Non se ne parla abbastanza. Bisogna parlarne”.

“Il romanzo è ricco di dettagli, ho dovuto trovare un equilibrio tra le informazioni e rendere il racconto il più cinematografico possibile. 

Su Chalamet, dice Villeneuve:

Timothée ha un’intelligenza molto elevata, parlavamo molto spesso sul set di concetti filosofici. Nella scena con Charlotte Rampling ho capito tutta la sua potenza di attore, il suo sguardo, il suo viso, si è trasformato davanti la cinepresa e mi ha lasciato basito. Ho pianto là. Non ho sbagliato a sceglierlo. Conclude poi con una battuta – “La sfida più grande durante le riprese è stato affrontare i suoi capelli, vivono di vita propria!”

Timothée Chalamet:

Questo ruolo è il lavoro di una vita. Mi sono lasciato guidare, ci siamo tutti appoggiati luno allaltro durante le riprese, come fratelli e sorelle. I personaggi devono essere reali, completi. Nel film di Denis ho cercato di mantenere il mio essere reale. Avevo visto la versione di Lynch, Mi era piaciuta, ma prima di cominciare le riprese  Villeneuve mi ha chiesto di dimenticare a tutto quanto fatto prima.”

Zendaya:

“Sono stata sul set solo pochi giorni, ma mi sono subito sentita parte della famiglia. È stato speciale, ho sentito un abbraccio caloroso. Denis mi ha spiegato il suo mondo in poco tempo, ho dovuto solo fidarmi di lui e lasciarmi guidare.”

Credits: La Biennale, ph_Giorgio Zucchiatti

Javier Bardem:

Herbert era avanti per i suoi tempi. Mi stanno a cuore i temi ambientali perciò mi sono sentito subito legato al mio personaggio, che difende lambiente affinché il suo popolo sopravviva. Parlare di questo tema è un passo avanti verso la direzione giusta.”

Rebecca Ferguson:

“Il mio personaggio crede fortemente nell’essere madre. Cosa succede quando si ha un figlio? È una lotta costante: bisogna trovare un equilibrio tra la mente e la protezione emotiva dei propri cari.”

Credits: La Biennale, ph_Giorgio Zucchiatti

Oscar Isaac: 

“Il mio Leto è molto umano, marcia consapevolmente verso una sconfitta. Tutti pensano che non ce la farà, eppure resiste e cerca di trasmettere a suo figlio un senso di umanità, nobiltà danimo e di consapevolezza.”