A 50 anni dal classico del cinema erotico che rese Sylvia Kristel un’icona sexy per più di una generazione, vede finalmente la luce il remake di Audrey Diwan con Noémie Merlant (Ritratto della giovane in fiamme) nei – pochi – panni di Emmanuelle. Un nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Emmanuelle Arsan che abbiamo visto presentato in anteprima al San Sebastian Film Festival 2024.
LEGGI ANCHE: Emmanuelle, il primo trailer del film erotico rifiutato da Cannes
IL FATTO:
Emmanuelle è una donna in carriera, si occupa del controllo qualità degli alberghi di lusso di una grande multinazionale. Il suo lavoro la porta passare molti giorni a Hong Kong in un luxury hotel diretto dalla misteriosa Margot. Emmanuelle è una donna apparentemente libera e disinibita, passa con disinvoltura da un partner occasionale all’altro, ma senza alcun piacere. L’incontro con un uomo senza desideri la farà riflettere sulla sua vita.
L’OPINIONE:
Ci vuole un gran coraggio a prendere in mano il romanzo di Emmanuelle Marsan subito dopo avere vinto un Leone d’oro per un film sul diritto all’aborto. Ma ad Audrey Diwan non è mancato, e ha fatto bene, perché di diligenti registi e sceneggiatori che non escono dalla loro zona di sicurezza ce ne sono anche troppi. La cineasta francese invece ha preferito prendere in mano una storia che cinquant’anni fa fece scandalo, libro e film, per adattarla ai tempi, non esaltanti, che corrono.
Più che un film erotico, Emmanuelle nel 2024 diventa un manifesto politico.
Questa donna bellissima, che fa sesso nella toilette di prima classe di un volo intercontinentale con uno sconosciuto, non prova piacere, lo fa perché sa di averne il potere, se lo è conquistato, è uno status. Diwan ci racconta la sua storia con pochi essenziali elementi, scopriamo che viene da una famiglia proletaria, che quello che ha raggiunto se lo è guadagnato pagando un prezzo, ma il suo lavoro le consente di trovare crepe nel lusso più sfrenato. Un piccolo gesto rivoluzionario, una destabilizzazione del sistema dall’interno, nel più fisico senso del termine, dato che Emmanuelle da quella prigione dorata non esce, per paura della vita vera.
È un film dai molti livelli questa nuova versione del romanzo della Marsan, un film che riflette sulla freddezza del mondo e la sua follia, quella di osservare da luoghi privilegiati l’inevitabile tracollo che ci aspetta. L’unico albergo che ci presenterà il conto è il nostro pianeta, e sarà anche salato. Ma finché ci concede di avere una stanza, godiamone, in tutti i sensi. Diwan rischia con una storia apparentemente fuori tempo, massimo, ma la scommessa la vince non facendo il film che tutti si sarebbero aspettati.
Sesso, sì grazie, ce n’è
E per una volta non annoia, anzi, proietta fantasie che sarebbe ipocrita negare e per fortuna che ancora se ne hanno. Noemie Merlant è magnifica, bellissima e glaciale e in progressivo scioglimento, la sua Emmanuelle è costruita non con acrobazie erotiche, ma per piccoli gesti e accennati sorrisi. La confezione è sontuosa, volutamente patinata come un numero di Playboy degli anni Settanta.
LEGGI ANCHE: Emmanuelle, quando doveva essere Lea Seydoux la nuova icona erotica dell’adattamento
Naomi Watts è una moderna maitresse dalla rara eleganza, e poi sì, ci sono anche degli uomini. Ma come nella realtà, sono molto meno importanti di quanto pensano di essere. Emmanuelle non è più un simbolo della liberazione sessuale della donna nel pieno delle lotte femministe, ma una donna in cerca del suo posto in un mondo progressivamente sempre più insensato. L’unica salvezza è il piacere. Moriremo tutti, ma meglio se con un orgasmo.
SE VI È PIACIUTO EMMANUELLE, GUARDATE ANCHE:
L’originale Emmanuelle del 1974 di Just Jaeckin, con Sylvia Kristel, che diede il via a un vero e proprio franchise, composto da sette sequel, altrettanti film tv francesi e un numero imprecisato di altri titoli Usa (tra ‘Nuove avventure’, la saga di Emmanuelle 2000 e quelle di ‘Private Collection’ e ‘Emmanuelle Through Time’)