“Capitano, mio capitano”. C’era anche Ethan Hawke su uno di quei banchi a salutare il professor John Keating nella scena finale de L’Attimo fuggente. Era il 1988, l’esordio risale a tre anni prima, al fianco del compianto River Phoenix in Explorers, ma fu il film di Peter Weir a rivelare il grande talento di questo giovane texano di Austin, luogo che per il cinema americano ha avuto una straordinaria importanza negli ultimi trent’anni, dove si sono incrociate le strade di Richard Linklater, Matthew McConaughey, Hawke naturalmente, e molti altri.
Ethan Hawke è nato lì 50 anni fa, il 6 novembre del 1970. Trentacinque anni sul set, da ripercorrere con dieci film che sono rimasti nell’immaginario collettivo e che dimostrano quanto questo intelligente e sensibile attore e regista sia stato ed è importante nel cinema contemporaneo.
L’attimo fuggente (Dead Poets Society, 1988, Peter Weir)
Un film che ha segnato una generazione, che oggi potremmo chiamare “Quelli del Carpe Diem”. Guidati da un Robin Williams in stato di grazie, troviamo un gruppo di giovani attori di grande talento, ma solo Ethan Hawke e, in parte, Robert Sean Leonard manterranno le promesse. In ogni caso, hanno portato tutti un po’ di poesia nella vita di molti adolescenti.
Giovani, carini e disoccupati (Reality Bites, 1994, Ben Stiller)
Anni Novanta, nel pieno del grunge e di una delle tante recessioni mondiali. Gli adolescenti di John Hughes sono cresciuti, adesso sono ventenni usciti dal college e in cerca di un lavoro in un’America ancora devastata dal Reaganismo. Ben Stiller, qui alla sua prima regia, coglie benissimo il cambiamento in atto e i sentimenti contrastanti di una generazione che rinnega il yuppismo ma non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Cast meraviglioso, con Winona Ryder al suo apice, ma il Troy Dyer di Ethan Hawke è entrato nelle camere di molte giovani donne che in quegli anni sognavano un bello, impossibile e romantico come lui.
The Before Trilogy (Richard Linklater, 1995/2004/2013)
Sono tre, ma in realtà è un film solo, lungo diciotto anni e che probabilmente non ha ancora scritto la parola fine. Jesse e Celine si sono incontrati, amati, ritrovati, persi e trovati di nuovo. La loro storia è quella di ognuno di noi, non sono più da tempo personaggi di fantasia, forse non lo sono mai stati. La Trilogia di Richard Linklater (Prima dell’alba, Prima del tramonto, Before Midnight) è un oggetto cinematografico purissimo a cui i suoi protagonisti hanno contribuito con pezzi di vita. Ethan Hawke e Julie Delpy (entrambi candidature all’Oscar per la migliore sceneggiatura per il secondo e il terzo film), sono parte di ognuno di noi da quel giorno d’estate a Vienna. E con noi per sempre resteranno.
Gattaca – La porta dell’universo (Gattaca, Andrew Niccol, 1997)
Film che non ebbe il successo e la considerazione che meritava quando uscì nelle sale, Gattaca è diventato nel corso degli anni un classico della fantascienza esistenziale. Hawke è Vincent, nato dall’amore e non dalla manipolazione genetica in un mondo che accetta solo la perfezione. Per coronare il suo sogno di volare tra le stelle, Vincent si appropria del patrimonio genetico di Jerome, un ex campione di nuoto costretto su una sedia a rotelle. La strada verso l’infinito si rivela però molto accidentata. Niccol esordisce alla regia, dopo la sceneggiatura di The Truman Show, ed è un film sorprendente, in cui Hawke è praticamente perfetto, e soprattutto sul set incontra e si innamora di Uma Thurman, con cui poi si sposerà nel 1998 e avrà due figli. Divorzieranno nel 2004.
Training Day (Antoine Fuqua, 2001)
Ethan Hawke si è costruito negli anni anche una buona carriera come attore action. Tutto grazie al tour de force di Training Day, poliziesco ruvido e adrenalinico in cui si misura con un monumentale Denzel Washington, gigione e sopra le righe, ma perfettamente in linea con il poliziotto corrotto e con delirio d’onnipotenza che interpreta. Hawke fa il ruolo dell’incassatore, ma soprattutto riesce a dare una eccezionale credibilità morale al suo rookie Jake Hoyt.
L’amore giovane (The Hottest State, Ethan Hawke, 2006)
Hawke è un artista versatile e pieno di talenti. È anche un eccellente scrittore, il suo secondo romanzo dal titolo Mercoledì delle ceneri è assolutamente da recuperare, il primo diventò anche l’esordio alla regia di Ethan. Una storia molto personale, quella di un attore che si innamora di una cantante, si sposano, ma il matrimonio fallisce. Hawke si ritaglia il ruolo del padre del protagonista, pieno di difetti e di rimpianti, una parte con cui si confronterà spesso nella sua carriera. Film notevole, che avrebbe meritato maggiore fortuna, con una magnifica Michelle Williams.
Onora il padre e la madre (Before the Devil Knows You’re Dead, Sidney Lumet, 2007)
L’ultimo film di un maestro del cinema americano che mette insieme un cast incredibile. Hawke è il fratello di Philip Seymour Hoffman, insieme decidono di rapinare il padre, ricco gioielliere interpretato da Albert Finney, per pagare i loro debiti. Finirà in tragedia. Film monumentale, che meriterebbe ben più di una revisione, per la regia sontuosa di Lumet e per le performance di tutti (tra cui anche Marisa Tomei). Hawke impersona il concetto stesso di colpa, ne viene consumato fisicamente e spiritualmente, un processo di consunzione che gli permette di tenera testa al “fratello” Seymour Hoffman, qui forse nella sua migliore interpretazione. E basterebbe questo per rendere gloria a Ethan.
Sinister (Scott Derrickson, 2012)
Ethan Hawke non ha mai amato gli horror. Si è ritrovato a essere il protagonista di quello che poche settimane fa è stato considerato l’horror più spaventoso di sempre. Titolo generoso, ma è vero che il film diretto da Scott Derrickson è effettivamente un momento importante del genere degli ultimi anni. Hawke è uno scrittore specializzato in storie vere di delitti efferati, va a vivere in una casa che è stata scena di una strage familiare su cui sta scrivendo un libro che spera lo riporti al successo. Il cinismo su cui si basa il suo personaggio viene sostituito dal terrore puro che lo consuma e lo rende consapevole della follia che ha alimentato. Magnifico
Boyhood (Richard Linklater, 2014)
Al centro della trama de Il signor Malaussène, quarto romanzo della saga creata da Daniel Pennac, c’è un misterioso film assoluto che racchiude il racconto di una vita intera. Boyhood è il film assoluto. Girato nell’arco di dodici anni, segue la crescita del protagonista Mason dai sei ai diciotto anni. Ethan Hawke è il padre, ovviamente pieno di difetti, che invecchia sullo schermo mentre il figlio cresce. Opera eccezionale, Boyhood è un oggetto che travalica il cinema, così come Hawke non interpreta, ma vive realmente una parte di sé.
First Reformed (Paul Schrader, 2017)
Una delle migliori interpretazioni in assoluto di Ethan Hawke, grazie a Paul Schrader che declina il personaggio eterno di Travis Bickle, il tassista di Taxi Driver, in chiave religiosa. La colpa è sempre stata alla base dell’opera di Schrader, e la redenzione è solo un’illusione. Hawke, che con questi temi si è confrontato per tutta la sua carriera, entra nei panni del dilaniato reverendo Toller in cerca di una fede perduta con una disarmante facilità, trasmettendo i tormenti, spirituali e fisici, di un personaggio potentissimo, come quasi tutti quelli nati dalla penna di Schrader.