Europictures, Lucy De Crescenzo: «Servono nuove strategie»

Dopo i riconoscimenti ottenuti, la distributrice si dà alla produzione e pensa al futuro

0

Palme e Leoni d’Oro, un Orso d’Argento all’ultimo Festival di Berlino e una strategia precisa per gli appuntamenti che verranno, Lucy De Crescenzo e la sua Europictures continuano a crescere, con due priorità: valorizzare e distribuire cinema di qualità e promuovere sempre più la centralità della sala, come luogo naturale della visione degli spettatori.

Ne parliamo con lei nel giorno della presentazione dei titoli scelti per la Selezione Ufficiale del prossimo Festival di Cannes, che non ha riservato le sorprese sperate, ma che – come sottolinea – offre “come al solito, una bellissima selezione”. “Sono molto curiosa del film di Claire Denis, che è una autrice che seguo, e di quelli di Kore-eda, Park Chan-Wook, Skolimowski e Cronenberg – aggiunge, chiarendo le proprie aspettative. – Voglio vedere cosa propongono le varie sezioni, e spero di fare un bel mercato, che il Marché è molto importante per noi distributori”.

Intanto, l’attualità vi vede molto presenti in sala
Dopo Parigi, 13Arr. di Jacques Audiard, da oggi siamo in sala con Sundown, il film di Michel Franco (New Order) presentato in concorso alla 78° Mostra del Cinema di Venezia, con Tim Roth e Charlotte Gainsbourg. Ma stiamo già preparando un film da girare a giugno, una commedia con un bellissimo cast. La co-produco con Adler, e sono contenta, perché in questo momento è importante unire le forze.

LEGGI ANCHE: Sundown, Tim Roth e Charlotte Gainsbourg nel trailer del dramma di Michel Franco

Un momento ancora complicato, a un anno dalla famosa ripartenza?
Stando ai dati delle sale, per quel che riguarda Box Office e incassi, siamo ancora molto lontani dalla situazione precedente alla pandemia. Abbiamo avuto dei segnali, ma a parte Spider-man: No Way Out e The Batman sono stati anni difficili. Per il cinema di qualità, come per gli altri film, ci vogliono delle regole chiare e inequivocabili, per tutti. Soprattutto perché il mercato è cambiato. Abbiamo visto che i blockbuster vanno, comunque, ma per supportare il cinema di qualità è importante creare nuove strategie, come anche per riportare la gente in sala. Tanti non sono più tornati. Il pubblico generalista ormai si accontenta di stare sul divano e di vedere i film delle piattaforme in tv.

Per esempio?
Bisogna rispettare le finestre. E’ molto importante. Il pubblico, sapendo che un film poi lo ritrova sulle piattaforme dopo due o tre settimane, è difficile che vada al cinema, a meno che non sia un evento importantissimo. Detto ciò, anche l’esercizio deve cambiare. Il cinema deve diventare un luogo di incontro, a livello sociale, di comunità. In questo senso, anche gli esercenti devono lavorare per valorizzare i film e dare il giusto peso alla sala cinematografica.

Sempre più importante, nella tua visione
E’ un tema che mi sta talmente a cuore che, durante la pandemia, con i cinema chiusi, ho deciso di acquisire una quota di Circuito Cinema, noto per essere un circuito di sale italiane che propongono una programmazione di “qualità”. In molti si son chiesti perché, in un momento così buio, avessi deciso di investire in questo settore, ma questo è il momento! Io sostengo da sempre la centralità della sala. Per me l’emozione che dà la sala resta unica, un film andrebbe visto sempre e solo in sala.

Una sfida, l’ennesima
Le sfide mi piacciono, mi sono sempre piaciute. Ho sempre avuto l’intuizione di acquisire film prima che venissero premiati, come nel caso di A Beautiful Day di Lynne Ramsay, con cui abbiamo vinto due Palme d’oro a Cannes, dell’ultimo Leone oro di Venezia (La scelta di Anne – L’Événement di Audrey Diwan) o di Both Sides of the Blade (Avec amour et acharnement) di Claire Cenis, che a Berlino ha vinto l’Orso d’argento per la Regia. Lo si vede anche nella line-up di Europictures, che sostiene il cinema di qualità e gli autori, qualcosa di cui sono orgogliosa.

La prossima, la produzione?
Non siamo stati fermi a guardare, con le sale chiuse ci siamo messi a produrre. E visto che mi ero trovata molto bene con Giorgio Amato – del quale avevo distribuito il precedente Il Ministro, un film che ha avuto successo in sala e negli sfruttamenti successivi – durante la pandemia abbiamo sviluppato questo progetto insieme. E’ una commedia molto carina, la storia di un filosofo, professore universitario, che si innamora della ragazza delle pulizie dell’università e decide di sposarla. Loro sono Gian Marco Tognazzi e Ilenia Pastorelli, ma tutto il cast è di primo ordine, con Francesco Pannofino, Ornella Muti, Giorgio Colangeli, Claudia Gerini, Carla Signoris. Siamo pronti, a giugno giriamo a Roma.

Quanto alla distribuzione, invece, quali titoli?
Su tutti, Other People’s Children di Rebecca Zlotowski, che andrà in concorso a un Festival importante che non posso ancora dire (e che noi avevamo dato tra i papabili della Selezione Ufficiale di Cannes, ndr), e Madame rêve (Maria into Life), una commedia molto carina degli stessi produttori di Quasi amici – The Specials, che ho già distribuito. In autunno, poi, Both Sides of the Blade (Avec amour et acharnement) di Claire Denis con Juliette Binoche e Vincent Lindon e la nostra commedia di Natale, The New Toy di James Huth con Daniel Auteuil, il remake del francese Le Jouet (Professione… giocattolo) di Francis Veber.

Possiamo essere ottimisti, insomma?
A meno che – come tutti speriamo – non ci sia una nuova ondata in autunno, dovremmo uscire dall’incubo. Dal momento in cui toglieremo anche le mascherine al cinema – ché siamo rimasti solo noi e i mezzi pubblici, e la cosa non è positiva – il cinema si riprenderà. Sarà il luogo di ritrovo della gente, stanca di trovarsi su un divano che ormai ha consumato. Come dicevo, però, anche la sala, in senso tradizionale, deve cambiare. Ci deve essere un rinnovamento dell’esperienza cinematografica. Molti prodotti ‘di mezzo’, né blockbuster né d’autore, andranno direttamente in piattaforma, ma secondo me verrà difeso il cinema di qualità, che è quello che i cinefili amano godere in sala.