I 30 film che sconvolsero il mondo: parte quarta

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Tre anni fa sulla rivista CIAK abbiamo dedicato un articolo a quei film che dalla seconda metà degli anni Ottanta si imposero per il loro carattere “dirompente, trasgressivo, audace” rispetto a dei canoni fino ad allora codificati, sia nell’ambito del cinema d’autore, che in quello di genere. Vi proponiamo oggi, per “Bizarro Images”, la versione lunga inedita, integrale (suddivisa in quattro parti), del suddetto articolo, perché quel “florilegio” composto da trenta titoli ancora oggi ci offre una miscela di sensazioni forti, destabilizzanti e contraddittorie su cui riflettere.

Dopo i primi 5 titolila seconda parte della lista, e poi la terza, ecco l’ultima tranche dei film degli anni 2000 dopo i quali il mondo del cinema non fu più lo stesso:

23.Babbo Bastardo (Terry Zwigoff, 2003)

Il “Babbo” del titolo è un disperato (Billy Bob Thornton) che in società con un amico nano “imprenditore” trova lavoro come finto Babbo Natale in un mall di Phoenix. Insieme la coppia si organizza per ruberie in grande stile, ma l’incontro con un bambino fortemente ingenuo altera in maniera comico-drammatica gli eventi pianificati. Zwigoff si fa beffe dei generi e firma il più spiazzante, provocatorio, impudico, spiritoso “Xmas Movie” forse di sempre.

24.Old Boy (Park Chan-wook, 2003)

Manga più feuilleton più tragedia greca alla “Edipo Re” al servizio di un regista di spicco della “Nouvelle Vague” del cinema coreano. Con un abile uso della voce narrante (e dell’ “Inverno” di Vivaldi), Park Chan-wook coniuga le ragioni del mystery con quelle di una precisa analisi sociale e la maniera con la quale risolve l’intreccio lascia esterrefatti nella sua sconvolgente immediatezza espressiva.

25.La passione di Cristo (Mel Gibson, 2004)

Girato in latino e in aramaico e con effetti speciali (perfino un busto animatronico, che ha sostituito l’attore Caviezel nella scena della crocifissione) volti a ricreare il più crudo realismo (i detrattori hanno parlato di “efferato dolorismo con compiacimento maniacale”) per narrare la “Passione” del titolo come iperbole massima (ciò che in fondo è anche il Cinema).

26.Hostel (Eli Roth, 2005)

L’ “Elite Hunting Club” è una sorta di società segreta: i soci pagano somme ingenti per torturare e massacrare turisti.  Il “New York” Magazine scrisse che Roth era riuscito a creare un sottogenere dell’horror, il “Gorno” (gore più porno), usando scene di violenza estrema per eccitare le platee  come durante la visione di un “blue movie”. Il mix sorprendente fu realizzato filmando una prima parte con toni da commedia goliardica e una seconda con gradazioni elevate di horror sadico. Produttore esecutivo, Quentin Tarantino.

27.I segreti di Brokeback Mountain (Ang Lee, 2005)

Passione amorosa tra due cowboy nell’America puritana (Wyoming) degli anni Sessanta. Per la prima volta un tema d’amore omosessuale è centrale in un film rivolto a un vasto pubblico, senza favorire stereotipi o intenti militanti. Ang Lee trova una forma nuova di melodramma ibridato con accenti da western classico, allontanandosi con discrezione dai sentieri di Douglas Sirk e di Fassbinder, filmando la prima notte d’amore tra i due protagonisti esattamente come descritta nel racconto di Annie Proulx “spiccia, rude, cruenta”.

28.Killer Joe (William Friedkin, 2011)

Un “American Southern Gothic Crime” messo in scena da chi nei primi anni Settanta spaventò legioni di spettatori in tutto il mondo con L’esorcista : da un testo teatrale che racconta del “cuore nero” di una famiglia di texani, Friedkin aggiorna il “pulp” con uno stile rigoroso, ma aperto a sprazzi imprevedibili di comicità, alienazione e violenza. Una scena con una coscia di pollo adoperata con fini di perverso quanto brutale erotismo resta negli annali del “bizarro”.

29.Ted (Seth MacFarlane, 2012)

Il creatore dei “Griffin” esordisce sul grande schermo con un film che restituisce al genere “comico” la sua ragion d’essere più pura. La storia di un’amicizia possibile tra un uomo e il suo “teddy bear”, un orsetto erotomane, sboccato e franco da subordinazioni, si sviluppa in un crescendo di gag studiatissime, originali, adeguatamente scorrette e inserite in un racconto-contenitore da “fiaba” dolcificata, dove anche il citazionismo (il “culto” per Flash Gordon ) è dentro la storia.

30.Nymphomaniac Vol. 1 e 2 (Lars Von Trier, 2013)

Ovvero come costruire una lunga seduta psicanalitica in cui l’autodeterminazione concessa a un personaggio femminile si sposta tra pulsioni erotiche distruttive irrefrenabili e campi extra-narrativi di riflessione filosofica e/o teologica. Un’opera di complessità elevata per ricerca stilistica e capacità di turbare e sconvolgere lo spettatore contemporaneo, con una serietà tale, che lascia il sospetto di una cine-beffa di proporzioni colossali.

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