Co-prodotto e co-sceneggiato da Guillermo Del Toro e diretto da André Øvredal (regista del notevole Autopsy, 2016) arriverà nelle nostre sale a ottobre (in USA il 9 agosto) un “bizarro-movie” nel segno dell’horror più elegante e più carico di angosce variegate: Scary Stories to Tell in the Dark. Il film prende spunto da una serie di romanzi scritti da Alvin Schwartz e illustrati da Stephen Gammell, elaborando sei storie tra le più adatte a una trasposizione cinematografica e riunendole in una sola vicenda che le interseca tutte.
In una piccola città americana, Mill Valley, nell’Ottocento, Sarah Bellows, una ragazza accusata ingiustamente di omicidio, trasforma la sua esistenza in episodi terribili, trascrivendoli in un diario prima di essere condannata a morte. Un secolo dopo, nel 1968, mentre impazzano la guerra del Vietnam e la contestazione giovanile, il diario di Sarah viene ritrovato da un gruppo di adolescenti e le storie terrificanti descritte dalla ragazza iniziano a riproporsi nelle loro vite. Uno strano bubbone cresce sul viso di una sventurata, un cadavere perseguita un giovane che ha mangiato uno stufato contenente il suo dito del piede, mostri assortiti compaiono nei corridoi animati dalle peggiori intenzioni…
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Del Toro aveva scoperto la serie di romanzi di Schwartz da adolescente in una libreria di San Antonio, Texas, restandone affascinato. Ora che il film è in fase di edizione (è già apparso in rete un “teaser-trailer”) ha confessato le difficoltà incontrate nel trasformare i disegni di Gammell in mostri credibili, rinunciando all’animazione digitale e affidando il compito a una squadra di specialisti che hanno fatto del loro meglio per terrorizzare il pubblico di tutto il mondo. Holy Socks, se il livello di perfezione delle orrende creature è quello già mostrato da Del Toro in Crimson Peak (2015) i brividi sono garantiti.