DI MARCELLO GAROFALO
Julianne Moore ha ormai una lunga carriera alle spalle (più di sessanta film) e tanti premi importanti raccolti, ma ora punta dritto verso l’Oscar (dopo quattro candidature ricevute) per la sua ottima interpretazione in âStill Aliceâ (nelle sale italiane dal 22 gennaio) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, in cui interpreta una professoressa di linguistica presso la Columbia University, che cade vittima di una formaprecoce di Alzheimer.
Forse non molti ricordano che la rossa Julianne ha esordito in un âbizarro-horrorâ assai gustoso, âI delitti del gatto nero/Tales from the Darkside: The Movieâ diretto da John Harrison nel 1990; in detto film è alle prese addirittura con una mummia (ma dalla foto che vi mostriamo non sembra così terrorizzata nel trovarsela davanti) e pensa di difendersi prima lanciando addosso al mostro un vaso di crisantemi e poi tentando di ferirlo con un paio di forbici; ne consegue che la mummia si adira, scaraventando Julianne contro una finestra, infilzandole le forbici nella schiena e riempiendole con dei fiori lo squarcio provocatole nel corpo. Nel finale, opportunamente zombificata, la signora Moore poi riappare per una personale vendetta.
Presto anche il cinema d’autore si accorse del suo talento e Robert Altman la convocò per un ruolo assai sfacciato nel bellissimo âAmerica oggi/Short Cutsâ (1993). Qui Julianne, con indosso una tunichetta leggera e null’altro, si prodiga in una scena memorabile di litigio coniugale, esibendosi nuda dalla cintola in giù. Davvero particolare è anche la sua performance nel cult âIl grande Lebowskiâ (1998) dei fratelli Coen, dove ancora completamente nuda e appesa a un’imbragatura, vola schizzando vernice su una tela gigante dinanzi a un attonito Jeff Bridges.
E che dire della folle e nevroticissima attrice Havana Segrand che Julianne incarna meravigliosamente (premio a Cannes quale migliore interpretazione femminile) in âMaps to the Starsâ (2014) di David Cronenberg?..
Da questo titolo ricaviamo la nostra citazione-scult finale: “AAAH! Mi sono fatta il c**o in palestra per mesi per sentirmi dire solo: fisichino niente male???”