Con Pusher (1996) e Valhalla Rising (2009) conquistò il cuore dei cinephiles “puri e duri”; con l’ottimo Drive, Hollywood e Cannes. Ora Nicolas Winding Refn torna (in concorso) al Festival di Cannes con The Neon Demon (nelle nostre sale dall’8 giugno), una storia di modelle e di vampiri molto nel segno del “bizarro” e del “cinema bis” rivisitato con sguardo elegantissimo. Anche il cast selezionato (Elle Fanning, Jena Malone, Christina Hendricks, Keanu Reeves) obbedisce ai dettami del thriller “très chic” ambientato nel mondo della moda, filtrato dalle luci al neon di Los Angeles. A fasciare il tutto le ipnotiche e aguzzine musiche di Cliff Martinez, il quale ha firmato anche quelle eccellenti di Drive e di Solo Dio perdona.
Tema centrale del film è il culto dell’esteriorità e i suoi pericolosi contraccolpi e, difatti, la seducente bellezza della top model Jesse (Elle Fanning) scatena malsani istinti in un trio di colleghe, a dir poco eccentriche, capitanate da Jena Malone. Molto scabroso il ruolo affidato a Keanu Reeves, quello di manager di Jesse, ex attore fallito che arrotonda le entrate organizzando indecenti festini. Per Elle trasformarsi da “icona di riferimento” a “vittima sacrificale” il passo è breve.
Nel segno della sanguinaria Contessa Bathory che nel 1610 prelevava giovani donne con le quali poi organizzava orge e sacrifici di sangue e che ispirò anche il maestro dell’erotismo Walerian Borowczyc per un episodio del suo Racconti immorali (1974), The Neon Demon precipita verso l’epilogo in una fantasmagoria splatter ben oltre i confini del “weirdo” e del soft-core. Per il momento il film presenta anche uno dei più bei manifesti di sempre con labbra rosse applicate su cielo azzurro e in prospettiva le luci e i palmizi di “The Big Nipple”, Los Angeles, la terza megalopoli degli Stati Uniti dove il sogno, come David Lynch ci ha mostrato nei suoi magnifici titoli, da Mullholland Drive a “Inland Empire”, spesso deraglia nell’incubo più agghiacciante.