DI MARCELLO GAROFALOÂ
Il remake del celebre horror âPoltergeistâ diretto da Gil Kenan (âMonster Houseâ) e prodotto da Sam Raimi, apparso nelle nostre sale il 2 luglio, è stato accompagnato da molte critiche negative; purtroppo, è veramente un petardo bagnato, che nulla aggiunge al capolavoro del 1982 diretto da Tobe Hooper e supervisionato da Steven Spielberg. In questo âremakeâ, qualsiasi situazione viene affrontata come uno svogliato compitino (e dire che lo sceneggiatore è il drammaturgo David Lindsay-Abaire, premio Pulitzer 2007 per la pièce teatrale âRabbit Holeâ), gli effetti visivi digitali sono modestissimi (un gruppetto di anime dannate che fuoriesce âper dovereâ dal portale/armadio e nulla più), di suspense e terrore neanche l’ombra e quel che nel prototipo era un finale apocalittico con il risorgere degli scheletri dalle fondamenta della casa, un’orgia di cadaveri decomposti che trascinavano la povera JoBeth Williams in un mare di melma e vermi, qui si risolve in un capitombolo dell’automobile e in uno scheletro digitale che fa capolino dal terreno. Resta una discreta presentazione dei personaggi e la giusta scelta della bambina (Kennedi Clements), che viene risucchiata nell’altro mondo dagli spiriti dannati. Neanche da paragonare sono poi le sequenze con la partecipazione del medium: se nel primo film c’era la strepitosa Zelda Rubinstein, qui c’è un esperto televisivo dell’occulto interpretato con sufficiente disinteresse da Jared Harris.
Nelle foto che vi mostriamo, tratte dal primo âPoltergeistâ, possiamo vedere Tobe Hooper (che è opportuno ricordare essere stato il regista del primo âNon aprite quella portaâ) e Spielberg insieme sul set, nonché un tecnico degli effetti speciali, che sta dando gli ultimi tocchi al mostro degli Inferi che terrorizzerà la madre difamiglia interpretata dalla Williams.
Chiudiamo con una battuta (s)cult dal nuovo âPoltergeistâ:
Rosemarie DeWitt/Amy Bowen: âLe mie mutandine sono tristiâ.
Holy Socks, certamente, come tutto il film!
