Judy Dench premiata allo Zurich Film Festival: «La Brexit? Una follia»

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Judy Dench è stata la regina Elisabetta e per due volte la regina Vittoria, l’agente M nei film di James Bond, Lady Macbeth e la scrittrice Iris Murdoch, Annie Hoover, una madre alla ricerca del figlio perduto, una pensionata che trova rifugio in India. Ha frequentato cortigiani e pirati, spie e gentiluomini in una lunga e brillante carriera costellata di personaggi femminili straordinariamente forti. Tra questi c’è anche Joan Stanley, protagonista di Red Joan, diretto da Trevor Nunn, presentato alla 14esima edizione del Zurich Film Festival (in programma fino al 7 ottobre) e ispirato a Melita Norwood, la “nonna spia” che nel 2000 venne arrestata con l’accusa di aver tradito il suo paese rivelando importanti informazioni sulla bomba atomica ai sovietici subito dopo la distruzione di Hiroshima e Nagasaki.

Alternando presente e passato, assistiamo ai momenti in cui l’ottuagenaria Joan fa i conti con il passato e ai flashback che raccontano cosa accadde alla giovane Joan quando conosce Leo, ebreo russo rifugiato in Inghilterra e coinvolto nelle attività antifasciste del Partito Comunista. Quelle idee conquistano anche lei e con quello spavaldo giovanotto è subito colpo di fulmine, ma Leo non sembra dare il giusto spazio alla loro storia d’amore e Joan si concentra sugli studi di fisica come assistente dello scienziato impegnato nella creazione de “la bomba” che metterà fine alla Seconda Guerra Mondiale. Invitata ripetutamente ad aiutare la “causa comunista” rivelando l’oggetto dei suoi studi, Joan rifiuta, ma quando l’atomica ucciderà migliaia di persone, cambierà idea svelando importanti segreti al Kgb.

«Sono affascinata da questa donna – dice la Dench, premiata a Zurigo con il Golden Eyeche non era affatto una spia, ma una giovane innocente, fermamente convinta che fosse un errore armare un solo paese e che solo l’equilibrio tra le diverse potenze avrebbe garantito la pace in Europa. La Storia le ha infatti dato ragione. Scioccata dalla scoperta delle potenzialità distruttive della bomba, fece una scelta molto difficile e rischiosa. Più che una spy story quindi Red Joan è un film su un dilemma morale». E sul tema della condivisione di informazioni e risorse tra differenti nazioni, la Dench giudica una follia la decisione della Gran Bretagna di abbandonare l’Europa: «Ricordo ancora quando nel 1973, per festeggiare il nostro ingresso nell’Unione Europea, mettemmo in scena una pièce teatrale alla quale parteciparono persone di tanti paesi. Una delle serate più straordinarie della mia vita».

A ritirarsi dalle scene la Dench non ci pensa proprio: «A una certa età le persone vanno in pensione per dedicarsi a tutto ciò che non hanno avuto tempo di fare: cucinare, viaggiare, stare vicino ai familiari. Per me invece il lavoro è un hobby, è proprio quello che mi piace fare. E amo quando mi offrono personaggi completamente diversi da quelli interpretati prima, cambiare per me è molto importante, poter ricominciare ogni volta da zero. Ma non amo rivedermi sullo schermo: quando lavoro a teatro penso che la sera dopo potrò essere migliore, invece il cinema questa possibilità non te la dà».

La ritroveremo in Artemis Fowl di Kenneth Branagh e in Six Minute to Midnight di Andy Goddard, ma intanto l’attrice inglese si dichiara totalmente soddisfatta del nuovo M interpretato da Ralph Fiennes e del regista americano del prossimo James Bond, Cary Joji Fukunaga, “un amico”. E per concludere racconta un divertente aneddoto: «Quando interpretavo M fui invitata a pranzo dall’MI5, insistettero per mandarmi una macchina a prendermi, ma il loro autista non riusciva a trovare la mia casa. Da non credere!».