KEANU REEVES A SANREMO: IL VIDEO PER RIGUARDARLO E LA TRASCRIZIONE DELL’INTERVISTA

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Keanu Reeves è stato uno dei grandi ospiti del Festival di Sanremo 2017, e ha persino suonato il basso in diretta, raccontando di aver suonato in una band per una decina d’anni. L’attore di Matrix tornerà sul grande schermo il 16 marzo con John Wick: Chapter 2, girato in parte anche a Roma con nel cast Claudia Gerini e Riccardo Scamarcio. Sul palco dell’Ariston però di cinema non ha parlato: Maria De Filippi l’ha intervistato lasciandolo libero di ripescare aneddoti sulla sua vita a partire da una serie di oggetti.

Se ve lo siete persi guardatelo qui, o leggete subito sotto cosa ha raccontato!

PASTA

“Quando ero un ragazzino lavoravo in un negozio di alimentari italiano, avevo 16-17 anni. Non so cosa pensassero, ma facevo io la pasta: mettevo la farina, le uova, l’acqua, tutti gli ingredienti nella macchina, giravo e facevo in modo che la consistenza fosse giusta. Insomma, facevo da mangiare la pasta per la gente a Toronto, in Canada. Un lavoro un po’ pazzo.”

PATTINI DA GHIACCIO

“Quand’ero ragazzo giocavo molto a hockey sul ghiaccio. Sono cresciuto in Canada: devi giocare a hockey. Facevo il portiere, ero abbastanza bravo. Quando andavo al liceo mi soprannominavano “il muro”: da portiere ho avuto dei momenti di gloria e anche qualche disastro. Ma lo sport è così”.

MOTOCICLETTA

“Ho cominciato a correre in moto quando avevo 22 anni e mi è piaciuto tantissimo: mi dava un senso di libertà, con il vento, l’aria, il rumore. Me ne sono innamorato. Ho avviato un’azienda di motociclette, si chiama Arch Motorcycle, e vado in moto tutti i santi giorni. Quando ero più giovane andavo molto veloce, adesso sto invecchiando, ho avuto qualche incidente, mi sono rotto un po’ di denti, mi sono fatto male alla milza e alla caviglia, sono stato in ospedale per una settimana. Adesso che sono più adulto sono più prudente. Ma qualche volta ancora corro in pista”.

CASA

Ci sono stati molti anni in cui ho fatto un po’ una vita da gitano, lavoravo, poi tornavo a casa a Los Angeles, prendevo delle case in affitto. Dopo un po’ ho voluto avere una casa, l’ho cercata per un paio d’anni e ho avuto un’esperienza meravigliosa, che molti altri avranno provato: quando arrivi in un posto e dici “ecco, questo è quello che voglio”. È la casa dove vivo adesso. La casa è un posto sicuro, dove riposare, dove pensare e anche intrattenere. È bello averne una”.

IL LIBRO “ODE ALLA FELICITÀ”

“Ho scritto un libriccino, un’ode alla felicità. Ho un’amica che a volte si deprime un po’. Una sera eravamo nella cucina di casa mia e ho scritto una poesia per farla sorridere, ma questo si andava ad accumulare alla sua malinconia. Alla fine invece ho cercato di farle venire un sorriso sul volto: facciamo in modo che le cose funzionino sempre, anche quando siamo nei momenti più brutti. Questa poesia è poi diventata un libro di artista. Ed è proprio questo: un libro che cerca di farti sorridere quando sei triste”.

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