Il sacrificio del cervo sacro, il nuovo film shock con Colin Farrell e Nicole Kidman

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«È un tipo che preferisce scrivere piuttosto che parlare» è l’understatement di Colin Farrell. «Me ne sono accorto drammaticamente durante il nostro primo appuntamento al buio. In un’ora di conversazione via Skype non credo abbia pronunciato più di duecento parole, e nemmeno tutte di fila». È accaduto quattro anni fa, prima di girare insieme The Lobster, Premio della giuria a Cannes nel 2015 e candidato all’Oscar per la migliore sceneggiatura nel 2017, il film finora più celebrato del greco Yorgos Lanthimos, 45 anni, premiatissimo regista di culto. Annuisce l’interessato: «Non amo parlare dei miei film, dare spiegazioni e analizzarli, oltretutto prima ancora d’iniziare a girarli. Quello che un attore ha bisogno di sapere è già tutto nella sceneggiatura»

Evidentemente si sono trovati bene insieme, perché Farrell è ritornato anche per il film successivo, Il sacrificio del cervo sacro, migliore sceneggiatura a Cannes nel 2017, e ora finalmente nelle sale italiane dal 28 giugno, distribuito da Lucky Red. Con l’attore irlandese c’è anche Nicole Kidman che, folgorata dal suo film Dogtooth, (vincitore di Un Certain Regard a Cannes nel 2009 e nella cinquina dei migliori film stranieri all’Oscar 2011), aveva telefonato al regista per proporsi.

Lanthimos è stato spesso paragonato a Michael Haneke e a Lars von Trier per il suo ruolo di osservatore e fustigatore della natura umana. Il quotidiano inglese The Independent ha cominciato un suo ritratto citando una frase di Gengis Khan: «Io sono il castigo di Dio. Se non aveste commesso peccati gravi, Dio non avrebbe mandato una punizione come me su di voi», che è anche uno dei tatuaggi sul petto del calciatore Mario Balotelli. Alps (premio Osella per la miglior sceneggiatura alla Mostra di Venezia nel 2011) raccontava di un gruppo di attori che si faceva pagare dai familiari di persone morte di recente per impersonarli e aiutarli a elaborare il lutto. Dogtooth di una famiglia che allevava i suoi tre figli segregati in casa per proteggerli dai pericoli del mondo. The Lobster di una società distopica in cui è vietato essere single: se non ci si accoppia in 45 giorni, si viene trasformati in animali. E sesso e violenza estremi non mancano mai.

«Non mi considero affatto un provocatore», giura Lanthimos, che dice di aver imparato ad amare il cinema grazie ad Andrej Tarkovskij e Robert Bresson, ma fra i suoi guilty pleasure cita anche Bruce Lee, Indiana Jones e le commedie teen di John Hughes: «È solo che io non saprei fare un film cosiddetto “normale”»Il sacrificio del cervo sacro è nato, come tutti i precedenti, dalle discussioni col suo sceneggiatore abituale Efthymis Filippou, 41 anni. «Partiamo da un’idea, un frammento, una frase. Poi vediamo dove ci porta», la fa facile Lanthimos. «Questa volta era: e se un ragazzo avesse il potere di vendicarsi su un adulto per un torto subito?».

E così, nel film vediamo il sedicenne Steven che, perso il padre dopo un’operazione andata male, s’insinua nella vita e nella famiglia del cardiochirurgo che ha eseguito l’intervento funesto per costringerlo a un’assurda scelta: accettare di sacrificare uno dei suoi due figli oppure tutta la famiglia morirà fra atroci dolori, compresa la moglie oftalmologa. Questo contrasto tra scienza, superstizione e poteri soprannaturali, Nicole Kidman lo definisce «un film inclassificabile, nello stesso tempo horror, dramma familiare, thriller psicologico e commedia nera». Lanthimos approva e sottolinea l’ultima parte. «Per me, sembrerà strano, in fondo tutti i miei film sono delle commedie».

La sua satira sociale lo ha fatto paragonare anche a Luis Buñuel e Franz Kafka o a un mix tra Aristofane, Bret Easton Ellis e il movimento Dada. Ma ovviamente l’autore conosce bene anche Antonin Artaud e il teatro della crudeltà. Su una cosa però non ammette dubbi: i suoi film, e questo in particolare, non sono la versione moderna delle tragedie greche. «I riferimenti a Ifigenia in Aulide e a Medea, entrambe di Euripide, sono venuti fuori a lavoro finito, non all’inizio, e allora li abbiamo cavalcati e incorporati, come una citazione». Lanthimos ha un passato da regista teatrale e si è mantenuto con video musicali e spot pubblicitari, investendo poi tutto nei suoi primi film a bassissimo costo (sua moglie, Ariane Labed, nata ad Atene da genitori francesi ed ex ballerina classica, è stata in Alps e The Lobster, e ha anche vinto la Coppa Volpi a Venezia nel 2010 con Attenberg di Athina Rachel Tsangari, film di cui il marito era produttore).

The Lobster è stato il suo primo film in inglese; Il sacrificio del cervo sacro, il primo girato in America; il prossimo, The Favourite, già completato, il primo in costume e non scritto da lui. È la storia vera di tre donne fra il XVII e il XVIII secolo, durante il regno della regina Anna, ultima rappresentante di casa Stuart. Oltre alla sovrana ci sono Sarah Churchill, duchessa di Marlborough, e Abigail Masham, cugina di Sarah e favorita di Anna. È già stato definito, in anticipo, Eva contro Eva alla corte inglese. Nel cast Rachel Weisz, già in The Lobster, ed Emma Stone. Altre due premi Oscar, dopo Nicole Kidman.

Marco Giovannini