M – Il figlio del secolo, Marinelli: «Sospendere il giudizio è stato devastante»

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M - Il figlio del secolo

Dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale, M – Il Figlio del Secolo è arrivata dopo una lunga attesa su Sky. La serie, acclamata dalla critica fin dalle anteprime di Venezia 81, è diretta da Joe Wright (L’ora più buia, Cyrano, Orgoglio e pregiudizio, Espiazione) e vede Luca Marinelli interpretare Benito Mussolini nella sua ascesa ai vertici dei fascismo, partendo dalla fondazione dei Fasci di combattimento del 1919 al discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925.

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Mussolini e l’occhio “esterno” di Joe Wright

Nel 2017 ci ha raccontato Winston Churchill attraverso Gary Oldman, nel 2021 il teatro francese di Cyrano e adesso con M – Il Figlio del Secolo il britannico Joe Wright si è immerso in una delle pagine più importanti e complesse della storia italiana. Inevitabile avvertire un «un certo tipo di responsabilità» per il materiale trattato ma, come ha racconta a Ciak, l’essere esterno lo ha aiutato «ad assumere una visione leggermente più obiettiva», nonostante la «prospettiva piuttosto spaventosa».

Seguendo la sceneggiatura scritta da Stefano Bises e Davide Serino, il Mussolini di Wright rompe la quarta parete e parla direttamente agli spettatori. «Abbiamo pensato a lungo a chi si stesse rivolgendo, se stesse parlando direttamente con la storia o con la sua coscienza, ma alla fine abbiamo deciso che in questo modo stava semplicemente parlando al pubblico che stava guardando la serie in quel momentspiega il regista, sottolineando come «la semplicità di quell’idea ci è sembrata importante». In un primo momento si era vagliata l’ipotesi di girare la serie in lingua inglese «per aiutare me e il pubblico internazionale» spiega ancora Wright a Ciak «ma alla fine abbiamo capito che era più importante che ogni singolo italiano capisse ogni singola parola detta». 

Marinelli: «una dolorosa sospensione del dolore»

Per Luca Marinelli «è stata l’esperienza umana più forte» che gli sia mai capitata. Ha vissuto con difficoltà la sospensione del giudizio, descrivendola come «veramente molto dolorosa». Tuttavia, dal lato artistico, si è trattata di un’esperienza straordinaria: «Mi sentivo con le spalle coperte, avevo un grande cammino davanti a me. Ognuno di noi aveva una parte di responsabilità nel portare questo grande messaggio».

Un messaggio indirizzato anche al pubblico più giovane, come emerso nell’incontro che il cast ha fatto lo scorso dicembre con alcuni studenti dei licei del Lazio. Un dialogo che Marinelli definisce fantastico: «C’erano 500 ragazzi, ero preoccupato perché non sapevo che cosa un pubblico più giovane avrebbe potuto prendere… 100 anni per una persona di 18 anni sono tanti. E invece erano proprio lì presenti, hanno fatto delle domande meravigliose». L’attore ha apprezzato le riflessioni emerse, sottolineando il valore del «fuoco» che i giovani portano con sé: «Spero che il pubblico capisca l’importanza di non pensare che il passato sia solo dietro di noi, ma che si debba andare avanti conoscendo quello che c’è stato».