TRA “LO SCAMBIO” E MACCIO CAPATONDA: INTERVISTA A BARBARA TABITA

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Se cerchiamo la filmografia di Barbara Tabita saltano subito all’occhio i nomi di Vincenzo Salemme, Leonardo Pieraccioni, Ficarra e Picone, Neri Parenti, Marcello Maccia alias Maccio Capatonda. Un’attrice che ha lavorato con tutti gli autori comici e italiani più importanti del nuovo millennio, quindi, una comica a sua volta. Non esattamente. Perché Barbara ha una solida formazione alle spalle, avendo frequentato la prestigiosa Scuola del Teatro Stabile di Catania. E il suo talento drammatico può essere finalmente ammirato sul grande schermo grazie alla sua prova ne Lo scambio, opera d’esordio di Salvo Cuccia, in uscita nei cinema da domenica 26 giugno, dove interpreta la moglie di un boss mafioso, ispirata alla figura di Vincenzina Marchese, moglie di Leoluca Bagarella, ovverosia il cognato di Totò Riina e uno dei carnefici delle grandi stragi, assassino di Boris Giuliano e Mario Francese.

Come si è preparata a un personaggio così profondo? E come si è avvicinata a questo progetto?

Sono stata presa dopo un provino, e per me si è trattata di una vera e propria sfida perché di solito giro commedie, malgrado abbia una formazione classica. Per mettermi nei panni di questa donna, ho scelto di stare in una stanza della casa del film. Il bagno della casa era il mio camerino e, per tutto il tempo delle riprese, ho mantenuto uno stato d’animo depresso per rimanere sempre dentro il personaggio. La difficoltà è stata quella di raccontare un disagio attraverso una reale sofferenza. Ho voluto mettere in scena un malessere, non recitarlo. Per me è stata un’esperienza intensissima: caratterialmente sono una persona molto allegra e vivace, e per non perdere quell’umore non rispondevo neppure al telefono ad amici e parenti. 

La casa nel film ha un ruolo centrale. Come si è relazionata a essa?

Il mio personaggio non esce mai di casa, dato che è la moglie di un uomo della mafia: lei vive in funzione di suo marito, fa tutto all’interno della casa e lì dentro vive il suo malessere. La casa è una protagonista del film. Sentivo totalmente miei gli spazi e, di conseguenza, erano totalmente miei i pensieri. Una sfida stimolante è stata quella di tornare poi sul set di Matrimonio al sud per girare un film comico.

Una delle sue caratteristiche è la versatilità. Le risulta difficile alternare interpretazioni comiche ad altre più viscerali e drammatiche?

Mi alterno volentieri tra cinepanettoni e film d’autore. Per esempio, la Sharon di Italiano Medio è quanto di più lontano possa esserci da Vincenzina Marchese. Alternare comico e drammatico è la cosa più bella per un attore, soprattutto in Italia dove si crede che se fai un film comico non si è adatti per un film d’autore e viceversa. Sono riuscita a sdoganare questa cosa, senza farmi congetture: in una scuola seria di teatro in Italia ti insegnano a far tutto. 

Come è stato però dover cercare le sfumature di donne come Vincenzina Marchese ne Lo scambio, ma anche del magistrato Franca Imbergamo nella fiction su Felicia Impastato?

Non ho mai smesso di studiare, neppure dopo tanti anni di commedie. Dovevo soltanto andare a ricercare determinati colori, anche se magari non li avevo ancora usati. Vincenzina è una donna siciliana come me, e ho sentito vicina la sua sicilianità, la sua femminilità, il suo essere amorevole e sensuale. Nel caso della Imbergamo è stata un’ulteriore sfida, perché si trattava di interpretare un personaggio attualmente vivente. Lo scambio però mi aveva già portato a un altro tipo di ricerca, non c’è stata grande differenza. Ho amato dovermi misurare con figure così sfaccettate e profonde.

Attualmente, lei è impegnata sul set con Maccio Capatonda. Qual è il segreto del suo successo?

Dobbiamo iniziare a girare adesso, faremo una sitcom su Mariottide e ritornerò a fare un personaggio folle, fuori dagli schemi. Maccio è di un’intelligenza acuta, talmente acuta che non è adatto alla maggioranza. Lui come artista è meticoloso, preciso, le sue freddure hanno sempre un sottotesto molto importante, di denuncia, civile, etico. Devi entrare però nel suo mood per capire l’intelligenza che lo attraversa e che caratterizza il suo mondo.

Aspetta anche il prossimo film di Natale con Massimo Boldi?

Certamente, spero di esserci. Da un punto di vista umano, sono le persone migliori che abbia incontrato: Massimo e il fratello, ma anche Biagio Izzo, Enzo Salvi, Debora Villa, dovrei citarli tutti. Sono orgogliosa di far parte anche di questo gruppo di lavoro, che per me ormai è una seconda famiglia.