Era ora, la recensione del film di Alessandro Aronadio con Leo e Ronchi

Lo stesso regista riadatta un classico moderno rendendolo personale

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Dante e Alice, una coppia affiatata e innamorata. Lei è un’artista, pittrice e illustratrice, lui lavora per una compagnia d’assicurazioni e riesce a dedicarle pochissimo tempo. Anche nel giorno del suo compleanno, quando Alice gli ha preparato una festa a sorpresa con tutti i suoi amici, Dante arriva in ritardo perché ha altre cose da fare. Quando il mattino dopo si sveglia, si accorge che è passato… un anno. E un altro passerà il giorno dopo. E il giorno dopo ancora. Perché il tempo è prezioso, ma è facile farselo scivolare tra le dita.

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Alessandro Aronadio è un regista e sceneggiatore che sa trattare i generi, la commedia in particolare, che non resta però mai fine a se stessa, ma è strumento per scardinare temi esistenziali importanti. Orecchie e Io c’è ne sono la dimostrazione, Era ora è il terzo indizio che fa la prova, un remake inesistente, perché del film originale australiano da cui è tratto, Long Story Short, è rimasta solo l’idea di base, e neanche completamente.

Aronadio riscrive tutto facendone un film suo, e attraverso la storia della coppia protagonista parla di un argomento che può sembrare banale, ma che in realtà è da noi stessi banalizzato ogni giorno. Il tempo e come usarlo. Perché se ne spreca tanto, o si usa nel modo sbagliato o con le persone sbagliate. Per ritrovarsi un giorno a rimpiangere momenti che non si sono vissuti perché c’erano cose apparentemente più importanti da fare.

Era ora

Attraverso un sotterfugio semplicissimo, perché non c’è bisogno di rendere complicata una cosa impossibile, Era ora racconta la storia di un uomo che al tempo non ha dato la giusta importanza, un Canto di Natale della contemporaneità che si intreccia con una struttura da commedia romantica degna del miglior Richard Curtis (che è fonte d’ispirazione orgogliosamente dichiarata).

Ma come tutte le commedie che si rispettino, c’è molto di più, perché tra le risate e i sorrisi si annida il dramma, la perdita, il rimorso, con alcune situazioni che sfiorano l’horror, quella paura che deriva da chi sta guardando l’abisso e ne è tanto attirato quanto terrorizzato.

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Era ora è un film complesso reso semplice dalla scrittura attenta, dalla regia asciutta ma ricca di scelte narrative raffinate, dalle focali alla composizione dell’inquadratura. E arricchito da una coppia protagonista pressocchè perfetta. E se Barbara Ronchi è sempre più un’attrice magnifica che tiene la scena con la leggerezza di una Audrey Hepburn con lo spirito di Buster Keaton, la vera sorpresa è Edoardo Leo, che si immerge completamente nel personaggio di Dante, dandogli spessore nel corso del film con misura e scegliendo i tempi giusti di una vasta gamma di emozioni, dalla paura al dolore alla gioia improvvisa.

Era ora è uno di quei film che vengono definiti “feel good”, ed è anche assai prezioso, perché riconnette lo spettatore con una serie di importanti priorità. E, più prosaicamente, perché è un prodotto perfetto per generare passaparola positivo una volta uscito in sala. Perché dato che il tempo che si dedica a un bel film arricchisce l’anima e la mente, è giusto che lo si possa vivere in maniera collettiva. Come ai vecchi tempi.

Era ora

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
era-ora-la-recensione-del-film-di-alessandro-aronadio-con-leo-e-ronchiDante e Alice, una coppia affiatata e innamorata. Lei è un’artista, pittrice e illustratrice, lui lavora per una compagnia d’assicurazioni e riesce a dedicarle pochissimo tempo. Anche nel giorno del suo compleanno, quando Alice gli ha preparato una festa a sorpresa con tutti i...