Il ragazzo e la tigre, Claudia Gerini: «Un’esperienza incredibile, sono cresciuta umanamente»

In uscita domani in sala Il ragazzo e la tigre, una favola ecologista tra la giungla del Nepal e levette dell’Himalaya

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«Quando nel 2015 lessi del programma del WWF “Save the tigers now”, pensai che bisognava realizzare un film rivolto ai giovani, per far sapere loro che esiste un mondo in pericolo». Così il regista Brando Quilici (Il mio amico Nanuk) racconta la genesi del suo film Il ragazzo e la tigre, una produzione HD con Medusa, che lo distribuirà dal 14 ottobre. Protagonista Balmani (Sunny Pawar), un bambino fuggito dall’orfanotrofio per tornare nella sua città, Kathmandu, ma che, dopo aver salvato un cucciolo di tigre del Bengala dai bracconieri, decide di portare l’animale nell’unico luogo dove potrà essere al sicuro: il monastero bhutanese di Taktsang noto anche come “Tana della Tigre”. «Di questi straordinari felini», afferma Quilici, «ne restano soltanto 3900 esemplari in libertà e in Nepal, uno degli habitat naturali della magnifica tigre del Bengala, il numero è inferiore a 300».

La storia narrata da Quilici rievoca inoltre il terremoto del 2015 in Nepal, nel quale muoiono i genitori di Balmani. Non a caso, ad aiutare il ragazzo nel suo cammino avremo anche Hannah, la direttrice dell’orfanotrofio, interpretata da Claudia Gerini. «È nato così un film», prosegue il regista, «che mette insieme le emozioni della fanciullezza e della crescita alle difficoltà di essere orfani». Un racconto di amicizia e un viaggio di formazione che attraversa le pianure nepalesi e arriva fino alle montagne dell’Himalaya. «Le riprese sono state molto impegnative, ma ho avuto la fortuna di collaborare con alcuni dei migliori professionisti. La cinepresa è stata montata spesso bassa per filmare l’espressione del cucciolo da vicino». Nella giungla subtropicale del Nepal, invece, si è potuto filmare «solo dall’alto degli elefanti, per non disturbare le tigri. Per catturare il potere silenzioso dell’Himalaya, abbiamo lavorato anche utilizzando i droni ed una troupe ridotta in modo da filmare luoghi altrimenti inaccessibili e lontani dai moderni comfort».

Nella conferenza stampa di presentazione del film Claudia Gerini ha raccontato la sua esperienza sul set:

È stata ««credibile, un’ occasione davvero unica che mi ha fatto crescere molto umanamente. Sono riuscita a portare anche le mie figlie per far visitare loro quei luoghi”