Steno, il documentario di Raffaele Rago dedicato a Stefano Vanzina

Il documentario è scritto, diretto e montato da Raffaele Rago

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Sarà presentato oggi alle ore 18 alla Casa del Cinema nella sezione Storia del Cinema alla Festa del Cinema di Roma Steno, documentario scritto, diretto e montato da Raffaele Rago, ritratto affettuoso e commovente dedicato a Stefano Vanzina, in arte Steno, uno dei registi più prolifici del cinema italiano. Con oltre 100 sceneggiature e la regia di 75 film in 48 anni di carriera, Steno ha attraversato la Storia del Cinema Italiano, sperimentando ogni genere, incrociando tutti i protagonisti della comicità italiana.

Tutto il cinema italiano passa davanti alla sua cinepresa: il documentario intreccia aneddoti cinematografici a ricordi privati di coloro che lo hanno conosciuto, in un flusso di racconti affettuosi in cui la dimensione umana è sempre lo specchio della sua produzione artistica. Prodotto da Andrea Petrozzi per World Video Production, Steno è scritto su soggetto di Nicola Manuppelli e su sceneggiatura dello stesso Manuppelli con il regista, il film si avvale delle musiche di Claudio Sanfilippo e della fotografia di Vincenzo Taranto.

Numerosi i personaggi che hanno partecipato con le proprie testimonianze, a partire dal figlio Enrico Vanzina, passando per Diego Abatantuono; Claudio Amendola; Pino Ammendola; Lino Banfi; Caterina d’Amico; Guido De Angelis; i nipoti di Totò, Antonello Buffardi de Curtis, ed Elena de Curtis; il nipote di Aldo Fabrizi, Cielo Pessone Fabrizi; Fabio Frizzi; Eleonora Giorgi; il figlio di Marcello Marchesi, Massimo Marchesi; Sandra Infascelli; Vittorio Macioce; Maurizio Micheli; Neri Parenti; Giovanna Ralli; Massimo Ranieri; Marco Risi; Umberto Smaila; Giovanni Soldati; Teo Teocoli; Giuseppe Tornatore e la cugina di Steno, Tilli Vanzina.

Tra gli aneddoti raccontati nel film spiccano le dichiarazioni di Diego Abatantuono ed Eleonora Giorgi per i film Fico d’India e Mani di Fata. 

Diego Abatantuono: «Era una partecipazione. Le mie riprese si svolsero di notte a Bracciano, mi ricordo molto bene la scena del phon con Renato Pozzetto, fu divertente».

Eleonora Giorgi: «È stato un film che ha anticipato un tema contemporaneo, quello di quando di colpo la moglie scavalca il marito sul compenso, sull’autorevolezza. La parrucca corta era la pettinatura di David Bowie. Io penso che lui mi abbia apprezzata».