«La prima cosa è l’impianto drammaturgico del racconto: il personaggio deve avere qualcosa di irrisolto e il racconto lo deve spingere a quel cambiamento di cui lui ha paura, come noi tutti. Nel racconto il personaggio è sempre combattuto tra la forza di conservazione e la forza di rinnovamento e non sai quale forza prevarrà», diceva a Ciak Nicola Guaglianone, spiegando quale fosse per lui la molla narrativa di ogni buona sceneggiatura. Nel caso specifico dello sceneggiatore di Freaks Out e Lo chiamavano Jeeg Robot va poi sottolineata la passione per il mash up tra generi e l’inserimento di omaggi e citazioni provenienti dalle più diverse passioni cinematografiche. Ecco allora che, fin dall’anteprima veneziana di Freaks Out, tra gli spettatori è stata una corsa a riconoscere quali fossero le citazioni inserite nel film. Qui ve ne elenchiamo alcune.
• Il documentario I clowns (1970) di Federico Fellini (e in genere tutta l’opera del Maestro) echeggia nella mente durante la prima suggestiva scena circense.
• Andando avanti non si può fare a meno però di pensare a Freaks (1932) di Tod Browning, anche se la timida goffaggine dei protagonisti evoca quella di Charlot ne Il circo (1928).
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