Fuochi d’artificio, nonni e nipoti combattenti per la libertà nella serie di Susanna Nicchiarelli

La serie andrà in onda il 15, 22 e 25 aprile su Rai 1

0
Susanna Nicchiarelli, Fuochi d'artificio
Susanna Nicchiarelli

C’è un romanzo, scritto da Andrea Bouchard, che è riuscito ad incantare bambini e ragazzi raccontando una storia ambientata all’epoca della Resistenza, alla fine della Seconda guerra mondiale, tra partigiani, fascisti e nazisti in lotta in mezzo a borghi e vallate delle Alpi piemontesi: “Fuochi d’artificio”. La regista Susanna Nicchiarelli (Chiara, 2022, Miss Marx, 2020), con Marianna Cappi e con il contributo dello stesso autore, ne ha tratto la scrittura per una serie tv che vede quattro ragazzi tra i 12 e i 13 anni coinvolti in un’avventura che si trasforma in una vera e propria impresa di resistenza antifascista. Fuochi d’artificio è la serie in 6 episodi diretta da Susanna Nicchiarelli in onda in 3 serate in prima visione su Rai 1 il 15, 22 e 25 aprile, con i primi due episodi disponibili dal 13 aprile in anteprima su Rai Play.

LEGGI ANCHE: Fuochi d’artificio, Susanna Nicchiarelli alla regia della serie TV su partigiani e fascisti

Fuochi d’artificio

Lorenzo Enrico, Anna Losano,, Luca Charles Brucini, e Carlotta Dosi, Fuochi d'artificio
Lorenzo Enrico, Anna Losano,, Luca Charles Brucini, e Carlotta Dosi, Fuochi d’artificio

Nicchiarelli ama definire Fuochi d’artificio un coming of age come quelli che hanno popolato l’immaginario di tanti adolescenti degli anni ’80, dai Goonies a Stand by Me ed E.T, e che sono diventati un cult anche per le generazioni successive. Ma, dice la regista in conferenza stampa a Roma: “Il romanzo di Andrea Bouchard ha tanti livelli di lettura, c’è la lotta per la libertà, il messaggio di pace e ci sono anche le vicende degli adulti, dai nonni ai genitori. Secondo me mancava alla televisione e al cinema un racconto popolare per immagini sulla Resistenza che fosse per tutti”.

Al centro di Fuochi d’artificio ci sono due fratelli, Marta (Anna Losano), 12 anni, e Davide (Luca Charles Brucini), 13 anni, che con i loro amici Sara (Carlotta Dosi) e Marco (Lorenzo Enrico) intraprendono una missione segreta per offrire aiuto ai partigiani nascosti tra le montagne mentre il loro paese è in mano ai nazisti. Tutto parte come poco più di un gioco, ma un gioco molto pericoloso, che si fa via via sempre più serio e al tempo stesso vitale per i ragazzi.

La Resistenza e il valore della pace

La Resistenza e la lotta di questi ragazzi ha anche un valore simbolico di lotta per la libertà, per la democrazia, per la pace. Questi ragazzi combattono perché non si combatta più. Questa è stata la Resistenza e io credo che sia importante che la serie racconti questa porzione di storia da questo punto di vista”, sottolinea la regista sollecitata anche da un richiamo all’attualità. “Perché la Resistenza è stata questo, è stato combattere perché la guerra finisse una volta per tutte. Il 25 aprile celebriamo 80 anni di pace e questo è un valore che va ribadito continuamente”, spiega Nicchiarelli.

Anna Losano, Carla Signoris, Bebo Storti e Luca Charles Brucini, Fuochi d’artificio
Anna Losano, Carla Signoris, Bebo Storti e Luca Charles Brucini, Fuochi d’artificio

In Fuochi d’artificio Carla Signoris e Bebo Storti interpretano i nonni di Marta e Davide, una coppia di persone semplici che cela però allo sguardo dei fascisti un dolore grandissimo, un desiderio di riscatto e un ardore che li spingerà a trovare un coraggio impensabile nel sostenere i nipoti nella loro piccola ma importante lotta segreta per la libertà, anche a caro prezzo.

Proprio Carla Signoris, a proposito del suo personaggio in Fuochi d’artificio, ribadisce con fermezza: “L’Italia è una Repubblica antifascista ed essere antifascista non è un’opinione, è una legge! Dovremmo darlo per scontato. Dobbiamo tenere informati i ragazzi e dobbiamo ricordarglielo tutti i giorni”.

Signoris ricorda anche le figure della sua famiglia che allora compirono piccoli atti eroici e che poi hanno tenuto viva la memoria dei valori che nutrirono la Resistenza. “È bene che i ragazzi sappiano che qui non stiamo facendo fiction – dice con passione l’attrice – stiamo mostrando una cosa che è successa. C’è stata gente che ha dato la vita perché noi potessimo continuare ad essere liberi, indipendenti, democratici. Quindi credo che sia obbligatorio per tutte le generazioni vederla insieme sullo stesso divano: i nonni, che c’erano, che qualcosa ricordano e che qualcosa hanno raccontato ai propri figli e ora la raccontano ai propri nipoti. Spero che la vedano veramente in tanti, perché non se ne parla mai abbastanza”.

Il 25 aprile

In un momento in cui la vera pace sembra sempre più lontana e sempre più si parla di riarmo, Nicchiarelli conclude: “Credo che questa sia la cosa più importante: combattere per la libertà, quando è necessario, ma combattere per cercare in tutti i modi di portare avanti il valore della pace. A questo serve ricordare la Resistenza”. Non a caso gli ultimi due episodi della serie andranno in onda proprio il 25 aprile: “È la festa di tutti, celebra la nostra Repubblica, la nostra democrazia. La serie si conclude con ‘Viva l’Italia’ di Francesco De Gregori: ‘viva l’Italia, viva l’Italia liberata e viva l’Italia antifascista’.