Gli showrunner di Hollywood raddoppiano le proteste e chiedono più protocolli pro-aborto

Alla lettera di oltre 400 donne del mondo dello spettacolo si aggiunge la risposta di 600 colleghi uomini

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Il 24 giugno 2022 la Corte Suprema statunitense ha annullato la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, cancellando, di fatto, il diritto costituzionale di abortire, in quanto non più protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Quanto stabilito dalla Corte Suprema ha reso istantaneamente illegale la pratica aborto in 13 stati (Texas e Oklahoma sono stati i primi), ma ora si teme che un’onda lunga possa propagarsi, coinvolgendo anche altre zone degli Stati Uniti. O peggio ancora, che gli Stati comincino ad applicare divieti per gli spostamenti tra confini al fine di ottenere la procedura medica, come sta succedendo nel Missouri.

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Dall’annullamento della sentenza ad oggi continuano ad essere tante le proteste messe in atto per il diritto all’aborto. Tra queste, quella di 400 donne del mondo dello spettacolo, tra sceneggiatrici, showrunners e addette ai lavori, che hanno indirizzato a Netflix, Disney, Amazon, Paramount, Lionsgate e AMC una lettera in cui si tracciano le linee dell’Abortion Safety Protocols, una serie di misure atte a garantire la sicurezza di quelle lavoratrici che operano in stati nei quali l’aborto non è più consentito. Nella lettera, pubblicata in esclusiva da Variety, si chiede esplicitamente alle aziende di mettere a punto un protocollo che sia in grado di garantire tutela e sicurezza per le lavoratrici a rischio.

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La data ultima entro la quale si richiedeva una risposta era quella del 28 luglio, ma non sembra ci siano stati segnali chiari da parte delle compagnie chiamate in questione.

A questa manifestazione se n’è aggiunta un’altra di circa 600 showrunner uomini, che sono scesi in campo per solidarietà e sostegno alle colleghe donne. Da Jordan Peele a J.J. Abrams, Taika Waititi, Greg Berlanti, Donald Glover, Aaron Sorkin, David E. Kelley e Ryan Murphy, la lista è veramente molto lunga (potete trovare tutti i nomi che hanno aderito QUA). La lettera è breve e inizia come segue:

NOI, SOTTOSCRITTI, SIAMO SOLIDALI CON I NOSTRI COLLEGHI SHOWRUNNER DONNE, TRANS E NON-BINARI

Chiediamo una risposta coordinata e tempestiva da parte dei nostri datori di lavoro in merito all’imminente crisi della sicurezza sul posto di lavoro creata dall’annullamento della sentenza Roe contro Wade.

L’accesso all’aborto non riguarda solo le persone che possono rimanere incinte. Riguarda tutti noi.