Hill of Vision, Roberto Faenza e l’incredibile storia del Premio Nobel

Mario Capecchi è al centro del nuovo film del regista, presto in sala

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Hill of Vision

Dopo il passaggio al Bif&st 2022, distribuito da Altre Storie, il 16 giugno arriva al cinema il nuovo film di Roberto Faenza, che in Hill of Vision racconta l’incredibile storia vera del premio Nobel Mario Capecchi. “Incredibile, se non fosse accaduta davvero”, come sottolinea il regista nel descrivere la storia emozionante di un bambino vagabondo diventato genetista, un film ricco di speranza, un invito a credere in se stessi.

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Un film reso possibile dalla produzione Jean Vigo Italia con Rai Cinema, in compartecipazione con Rhino Films, Inc., che vanta un cast internazionale nel quale spicca la partecipazione di Francesco Montanari. Dietro la macchina da presa, oltre a Faenza – anche co-autore, insieme a David Gleeson, di una sceneggiatura basata sui ricordi di Capecchi – Elda Ferri (già produttrice di La Vita è Bella), Giuseppe Pignone (fotografia), Francesco Frigeri (scenografia), Andrea Guerra (musiche), Walter Fasano (Montaggio), Bojana Nikitovic e la pluri-Premio Oscar Milena Canonero (costumi).

La sceneggiatura di questo film ha richiesto molti anni di elaborazione – afferma il regista Roberto Faenza. – Intanto, partendo da una storia vera, la prima preoccupazione è stata di combinare lo spettacolo con la realtà. Sono stati anni di lavoro accanto a Capecchi, per il quale ricordare il suo passato non è stata una passeggiata. Tornare indietro nel tempo, affrontare momenti drammatici della propria vita, anche se poi accompagnati da molte gioie, comporta uno scavare dentro se stessi che richiede forza e dedizione. Il senso del film è offrire allo spettatore gli stessi momenti di emozione e passione generati in me dall’incontro con la vita di Mario, un’avventura così appassionante che sembra un romanzo. Raccontare tutto ciò, sapendo che chi lo vedrà, uscirà arricchito da tante emozioni fuori dall’ordinario. Il messaggio è chiaro: se ce l’ha fatta Mario, partendo da una condizione così estrema, allora possiamo farcela anche tutti noi. Basta saper essere ‘resilienti’, ovvero non darsi per vinti, mai”.

Hill of Vision

Nel 2007 Capecchi è stato insignito del Premio Nobel per la Medicina insieme ai colleghi Martin Evans e Oliver Smithies e oggi è Distinguished Professor presso la School of Medicine dell’Università dello Utah. Le sue ricerche sulla genetica molecolare si sono rivelate di fondamentale importanza nella lotta contro gravissime malattie, in primo luogo il cancro, e sono attualmente rivolte allo studio delle componenti genetiche dell’ansia.

Vedere il film è stata una grande emozione – ha dichiarato Il Premio Nobel, dopo aver visto il film in anteprima al Bif&st. – Perché sono riaffiorati tantissimi ricordi, alcuni belli altri decisamente meno, ma credo che il film contenga tutti gli elementi della mia storia e soprattutto un messaggio importante: dobbiamo credere sempre in noi!”.

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Hill of Vision

Nel cast: Laura Haddock nel ruolo di Lucy Ramberg, madre di Mario; Edward Holcroft nel ruolo di Edward Ramberg, lo zio; Elisa Lasowski, nel ruolo di Sarah Sargent Ramberg, la zia; Francesco Montanari che interpreta Luciano Capecchi, il padre di Mario; Jake Donald – Crookes, nel ruolo di Mario da ragazzo; Lorenzo Ciamei nel ruolo di Mario da bambino; Rosa Diletta Rossi, nel ruolo di Anna.

Sinossi:

Siamo in Alto Adige, durante la seconda guerra mondiale. Mario ha solo 4 anni, quando sua madre viene arrestata dai fascisti e deportata in un campo di sterminio. Il piccolo trascorre l’infanzia per strada vivendo di espedienti. Finita la guerra, lui e la madre miracolosamente si ritrovano e ricominciano una nuova vita in America, presso la comunità Quacchera ‘Hill of Vision’. Mario non riesce a inserirsi nel nuovo contesto di normalità, fino a quando non scopre, grazie allo zio fisico, la passione per la scienza.