House of the Dragon, in lotta per il Trono di Spade 200 anni prima

Al via su Sky e Now in contemporanea con gli USA l’attesissimo prequel kolossal di Game of Thrones. Il creatore della saga George R.R. Martin: «Sono impressionato!»

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Si tratterà solo di abituarsi a nuovi personaggi, che in molti casi, per altro, porteranno nomi di casate illustri e conosciutissime, dai Targaryen ai Lannister. Per il resto, per i milioni di orfani di Game of Thrones l’astinenza dalle vicende del mitico continente di Westeros sta finalmente per finire, a oltre tre anni da quel 27 maggio 2019 in cui su Sky Atlantic andò in onda la versione italiana dell’ultima puntata dell’ottava serie, concludendo – con modalità che ancora dividono il pubblico e la critica – la strepitosa saga corale costruita da HBO a partire dal 2011 partendo dalle medievaleggianti e magiche Cronache del Ghiaccio e del Fuoco del visionario scrittore americano George.R.R.Martin.

Perché alle tre circa del mattino del 22 agosto, in contemporanea con gli Stati Uniti, andrà in onda la prima delle 10 puntate della prima stagione di House of the Dragon, l’attesissima – e costosissima – serie prequel che racconterà le vicende della dinastia da cui discende Daenerys, la madre dei draghi, con un salto indietro nel tempo di quasi 200 anni rispetto alle vicende di Game Of Thrones (per la precisione, 172 anni prima della nascita della ben nota Khaleesi).

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Ma con gli stessi luoghi, dal castello arroccato sul mare di Roccia del Drago ai pinnacoli della Fortezza rossa di Approdo del Re, alle torri di Arrenhal, quelle che, ormai in rovina, ospitavano l’esercito di Tywin Lannister e la fuggiasca Aria Stark nella seconda stagione di GoT. E le stesse atmosfere, garantite dalla regia del veterano Miguel Sapochnik (c’è la sua firma anche sull’indimenticabile Battaglia di Grande Inverno tra umani ed estranei, vero cuore della stagione conclusiva di Got) e dalle musiche del confermato Ramin Djawadi, vincitore di due Emmy per la colonna sonora de Il Trono di Spade, anche se su come sarà la sigla della nuova serie, e se riprenderà il gioco dei luoghi della storia che appaiono e scompaiono come costruzioni per bambini anticipando particolari della trama, talmente iconica da essere parodiata anche nei Simpson, il riserbo è invece totale.

Su House of the Dragon, ispirata a un altro romanzo di Martin, Fire & Blood, è già giunta la benedizione del creatore, che invece tre anni fa si era chiuso in un enigmatico silenzio sulle “licenze” prese dai creatori dell’ultima stagione di Game of Thrones, preferendo non commentare l’epilogo di una storia che lui non ha ancora fatto in tempo a trasformare in un romanzo: «Ho visto un montaggio grezzo dei primi nove episodi – ha detto Martin – e sono impressionato! Non posso parlare degli effetti speciali, che non sono ancora terminati. Ma il look, la recitazione, la regia e la sceneggiatura sono davvero grandiosi». Lo scrittore non ha negato alcuni cambiamenti rispetto al suo libro, ma ha concluso: «E sì, per tutti voi fan dei libri, è la mia storia. Certo, ci sono alcune modifiche rispetto a Fire & Blood, ma credo che Ryan Condal e i suoi sceneggiatori abbiano fatto delle buone scelte».

Martin, Ryan Condal e Sapochnik sono i creatori di House of the Dragon, Condal e Sapochnik anche gli showrunner. Ma cosa racconta House of Dragon? In sostanza, l’ascesa e la caduta della dinastia Targaryen partendo dalla storia di Re Viserys, interpretato da Paddy Considine, della principessa Rhaenyra Targaryen (Emma D’Arcy), del principe Daemon Targaryen, alias Matt Smith e di Lord Corlys Velaryon (Steve Touissant). Quando si avvera la predizione di Daenys la Sognatrice, figlia di Aenar, e un cataclisma distrugge tutti i territori di Valyria, i Targaryen di Westeros si trovano ad essere gli unici signori dei draghi ancora vivi. E da Roccia del Drago, Aenys I, figlio nato da un incesto di Aegon il Conquistatore, inizia a battersi per difendere il leggendario trono di spade che suo padre aveva costruito. Tra i tanti nemici ci sono anche dei familiari, convinti che Aenys I non sia adatto a sedere su quel trono. E presto, i Targaryen si troveranno nel mezzo di una guerra civile, conosciuta come la Danza dei Draghi.

La vera novità è rappresentata dall’introduzione nella storia di una grande casata di personaggi neri, che corregge la mancanza di diversità della serie originaria. Si tratta dei Velaryon, capitanati appunto da Steve Toussaint (Corlys Velaryon) ed Eve Best (Rhaenys Velaryon), che si immagina giunsero a Westeros da Valyria ancor prima dei Targaryen e a cui è affidato un ruolo di primo piano nel dramma politico al centro della nuova serie. Condal ha spiegato le ragioni della scelta fatta da lui e Sapochnik di modificare il libro originale: «Era importante creare una serie che non fosse un altro gruppo di bianchi sullo schermo. Volevamo inserire la diversità, ma non volevamo che sembrasse un ripensamento». Proprio la scarsa attenzione a questo aspetto aveva attirato critiche verso Il trono di spade, in cui quasi tutte le principali famiglie di Westeros erano bianche.

Il cast di House of the Dragon sarà più contenuto rispetto a Game of Thrones: vi figurano anche Olivia Cooke (Alicent Hightower), Rhys Ifans (Otto Hightower), Jefferson Hall (Jason Lannister) e Bill Paterson (Lyman Beesbury). Ma il costo sarà superiore, anche per il grande utilizzo di draghi. Secondo Variety, si aggira sui 20 milioni di dollari a puntata. Una cifra record, oltre il triplo del budget iniziale impiegato per Game of Thrones (6 milioni di dollari per le puntate della prima stagione), ma che potrà essere battuta già a settembre da Gli anelli del potere, la serie kolossal ispirata al Signore degli anelli al debutto su Prime Video, che arricchirà ancora il panorama delle offerte per gli amanti del fantasy.

Paddy Considine è Re Viserys I Targaryen

Intanto HBO pensa già a una seconda stagione di House of the Dragon: l’annuncio ufficiale non è ancora giunto ma Casey Bloys, capo della programmazione di HBO, ha dichiarato a The Hollywood Reporter che l’investimento per la serie è talmente importante da rendere quasi automatica la seconda stagione: «Se devo ipotizzare qualcosa – ha svelato – allora dico che la seconda stagione di House of the Dragon ci sarà».

Per la probabile gioia di milioni di appassionati, già preoccupati che le dieci puntate in arrivo fossero troppo poche per placare la sete delle atmosfere cupe e magiche, e della strana contemporaneità di quel Medioevo immaginario che tanto somiglia alle dinamiche feroci della vita di oggi.