I pionieri, la recensione

Coming of age italiano dal declino del PCI all’avventura della preadolescenza, dal 13 aprile in sala

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I pionieri

Esordio alla regia in un film di finzione dello sceneggiatore Luca Scivoletto (1938 Diversi), I pionieri è stato presentato nella sezione Favolacce del 40esimo Torino Film Festival. Il film, al cinema dal 13 aprile con Fandango, racconta l’avventura di due ragazzi preadolescenti, cresciuti all’ombra di un PCI poco amato nella Sicilia di fine anni ’80.

I pionieri, il fatto

Nella Sicilia del 1990 il comunismo è morente, ma non per i genitori di Enrico Belfiore (Mattia Bonaventura), ragazzo il cui nome deriva dall’ammirazione paterna per Berlinguer (Claudio Bigagli), da cui immagina di essere seguito e consigliato come fosse il suo grillo parlante. Nel tentativo di passare un’estate lontano dalla famiglia, che trova sempre più pesante, Enrico s’imbarca con l’amico Renato (Francesco Cilia) nell’impresa di un campeggio che ha uno scopo tutto particolare: rifondare, a loro modo, il gruppo scout comunista dei Pionieri. Unitisi a loro degli inaspettati compagni di viaggio, le sorprese non tarderanno ad arrivare.

I pionieri, l’opinione

Il film, presentato nella sezione Favolacce del 40esimo Torino Film Festival, è la trasposizione sul grande schermo del romanzo omonimo (2019, Fandango Libri ed.) di Luca Scivoletto, qui alla sua prima opera di finzione dopo una filmografia sotto il segno del documentario.

Sceneggiato dal regista con Eleonora Cimpanelli e Pierpaolo Pirone, I Pionieri rievoca quegli anni di cambiamento politico con arguzia e si avvale di bravi attori su cui spiccano Bonaventura, Fazio e Cilia tra i più giovani, Peppino Mazzotta (una garanzia), Maurizio Bologna e Claudio Bigagli nelle vesti di Berlinguer, fantasma benigno.

Una menzione per simpatia e intelligenza va alla scena della festa nella sede di partito trasformata in sala da ballo nel sogno del protagonista.

Se vi è piaciuto I pionieri guardate anche…

Stand by me di Rob Reiner, citato dal regista stesso come fonte di ispirazione; Jojo Rabbit di Taika Waititi, commedia eccentrica ambientata nella Germania Nazista in cui, a fare da coscienza “cattiva” del protagonista, interpretata peraltro dallo stesso regista, era Hitler.

di Antonio Canzoniere

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RASSEGNA PANORAMICA
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