I Razzie Awards commentano l’addio alle scene di Bruce Willis dopo averlo premiato

I due organizzatori della manifestazione, John J. B. Wilson e Mo Murphy, non si pentono e difendono la categoria dedicata all'attore

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La 42esima edizione dei Razzie Awards, i premi assegnati alle performance più scadenti della stagione, si era contraddistinta quest’anno per l’aggiunta di una nuova categoria a sé: quella per la Peggiore interpretazione di Bruce Willis in un film del 2021.

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L’ex star di Die Hard è stato “preso di mira” dalla manifestazione per aver dato vita ad una serie di film ‘meritevoli’ di una nomination, tutti finiti direttamente direct-to-video senza passare per la sala cinematografica. I titoli in questione sono stati ben otto: American Siege, Apex, Cosmic Sin (vincitore), Deadlock, Fortress, Midnight in the Switchgrass, Out of Death e Survive the Game.

Alla luce del recente annuncio della malattia che sta affliggendo Bruce Willis e che l’ha costretto al ritiro dalle scene, il premio dei Razzie ha assunto un sapore piuttosto amaro e denigratorio, tanto che molti fan si sono riversati sui profili social dei Razzie per esprimere il loro dissenso. Tra questi, anche l’attore Vincent D’Onofrio, che ha commentato così su Twitter:

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Dal canto loro, gli organizzatori dei Razzie si sono detti dispiaciuti per “per la condizione diagnosticata a Bruce”, ma difendono la loro scelta, come riportato dal sito The Wrap. John J. B. Wilson e Mo Murphy hanno confermato la loro decisione di sostenere il premio “Peggiore interpretazione di Bruce Willis nel 2021”, aggiungendo che non erano a conoscenza della diagnosi di afasia dell’attore e di averla scoperta quando la famiglia ha dato l’annuncio su Instagram. Wilson e Murphy hanno anche criticato il fatto che con la sua condizione a Willis sia stato permesso di affrontare una tale quantità di lavoro, 7 film nel solo 2021, che l’attore ha svolto in così poco tempo.

Chiunque si occupi degli affari di Willis probabilmente non avrebbe dovuto permettergli di svolgere un così alto volume di lavoro in così poco tempo, soprattutto se era a conoscenza della sua situazione. In difesa di Willis, i suoi rappresentanti avrebbero dovuto tenere d’occhio meglio la sua eredità artistica. Va inoltre sottolineato che la categoria “Bruce Willis” era specifica per il 2021. Non abbiamo mai inteso che fosse una categoria permanente