George Segal muore a 87 anni, recitò per Altman e Nichols

L’attore americano è deceduto per complicazioni successive a un intervento di bypass cardiaco

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George Segal

George Segal è morto a 87 anni, in seguito alle complicazioni sopravvenute per un intervento al cuore. Il decesso è avvenuto martedì in una clinica di Santa Rosa, in California.

George Segal, Una carriera interrotta

Nato a New York il 23 febbraio del 1934, Segale è un attore di belle speranze già dall’inizio degli anni Sessanta, uscito dall’Actor’s Studio nel periodo d’oro, esordendo già molto giovane al teatro e in televisione, ed entrando nel cast de Il giorno più lungo, film celebrativo dello sbarco in Normandia per cui nel 1962 fu arruolata praticamente tutta la Hollywood che contava.

Interprete molto versatile, naturalmente portato per la commedia, ma estremamente efficace anche nei ruoli drammatici, George Segal è riuscito a sfruttare questa caratteristica soprattutto nella prima parte della sua carriera. Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta ha infatti trovato i registi e le storie migliori per le sue caratteristiche.

Mike Nichols lo scelse per la magnifica versione cinematografica di Chi ha paura di Virginia Woolf?, contrapponendolo a due colossi come Elizabeth Taylor e Richard Burton, ruolo per cui ricevette la sua unica candidatura all’Oscar come miglior non protagonista (fu battuto dalla monumentale interpretazione di Walter Matthau in Non per soldi… ma per denaro di Billy Wilder).

Gli anni Settanta della sua carriera sono caratterizzati soprattutto dai ruoli leggeri, commedie che lo vedono dividere lo schermo con le attrici di maggior successo di quegli anni. Barbra Streisand ne Il gufo e la gattina, di Herbert Ross (1970), nei tre film diretti da Melvin Frank, in due dei quali lavorando in coppia con Glenda Jackson, Un tocco di classe (1973) e Marito in prova (1979), con in mezzo La volpe e la duchessa (1976), in cui era partner di Goldie Hawn. E poi i due film diretti da Ted Kotcheff, Fun with Dick and Jane (che avrebbe poi avuto un esilarante remake con Jim Carrey e Tea Leoni) e Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi del mondo, rispettivamente con Jane Fonda e Jacqueline Bisset. Ruoli che hanno finito con banalizzarne il talento, perché spesso inserito in un cliché borghese, e anche perché sfruttato più come spalla per le sue talentuose partner. Non a caso, Glenda Jackson vinse l’Oscar per Un tocco di classe, Streisand, Hawn e Bisset furono tutte candidate al Golden Globe.

La fine della carriera di successo di George Segal arriva alla fine degli anni Settanta, quando si sfila da 10 di Blake Edwards, film che sarebbe stato poi un successo clamoroso, venendo anche protestato dal regista. E poi con il fiasco di L’ultima coppia sposata, dove recita con Natalie Wood, che sarebbe poi morta l’anno dopo, nel 1981.

Un peccato, perché George Segal ha dimostrato in più occasioni di essere un attore di grande valore. Due film, in particolare, vanno ricordati e meriterebbero una visione o revisione.

Il dimenticato Senza un filo classe, commedia grottesca molto politicamente scorretta del grande Carl Reiner, datata 1970, in cui Segal è il figlio vessato da un’anziana madre (Ruth Gordon), ormai demente, che vive con lui e gli impedisce di vivere una vita normale. Film scatenato e acre, sulla condizione di una generazione incapace di cogliere la rivoluzione culturale in corso perché imprigionata nell’istituto familiare, base della borghesia WASP.

E poi, naturalmente, California Poker, dove compone una mirabile coppia con Elliot Gould, storia di una dipendenza dal gioco d’azzardo che è in realtà una delle molte riflessioni di Robert Altman sulla solitudine che permea la società americana. George Segal lavora di sottrazione e il suo Bill Denny, che scopre nel tavolo da gioco una dimensione che non trova nella sua noiosa vita, è il ruolo di una carriera.