Il conte di Montecristo, intervista a Gabriella Pession e Nicolas Maupas

Dalla prima lettura del libro di Dumas all'incontro con Sam Claflin, i due attori ci raccontano la loro esperienza nella serie "Il conte di Montecristo", in onda in prima serata su Rai 1 e disponibile su Rai Play

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Il conte di Montecristo

Continuano gli appuntamenti settimanali de Il conte di Montecristo, la miniserie diretta da Bille August con Sam Claflin, vera rivelazione di questo gennaio con una media di oltre 5 milioni di telespettatori a puntata e picchi di share, oltre che di interazioni social. Lunedì 27 gennaio va in onda la terza delle quattro puntate, ormai entrate sempre più nel vivo nel piano vendicativo di Edmond Dantès. Piano nel quale si ritrovano a far parte, a loro insaputa, anche i personaggi di Hermine Danglars e Albert de Morcerf interpretati rispettivamente dagli attori italiani Gabriella Pession e Nicolas Maupas. Li abbiamo incontrati.

L’approccio al libro

Gabriella Pession ci racconta di aver divorato il libro di Dumas quando era al quarto anno di liceo, spinta dalla passione della madre per la letteratura francese. «Mi fece leggere Zola, Maupassant e Dumas. Il conte di Montecristo è un romanzo che ho divorato per il suo approccio semplice, moderno e universale, sia a livello di temi, sia di scrittura» ha raccontato a Ciak l’attrice, aggiungendo di non aver avuto abbastanza tempo per rileggerlo completamente prima e durante le riprese della serie a causa di altri impegni di set.

Per Nicolas Maupas, invece, la prima lettura è avvenuta proprio grazie alla serie: «Non avevo letto il libro al liceo, non ero un bravo studente!» [ride]. L’ho recuperato in corsa, anche io come Gabriella mi trovavo su un altro set, per cui il mio primo approccio è stata la sceneggiatura, poi mi sono goduto il libro in fase di di lavorazione». E aggiunge: «La modernità del libro mi ha aiutato tantissimo ad entrare nella storia e nelle dinamiche di tutti i personaggi. Scoprire Albert per me è stato il ponte per tutta la storia, ho iniziato prima ad occuparmi del suo background e poi di tutto il resto della storia del Conte».

Lavorare con Sam Claflin Il conte di Montecristo

Lino Guanciale e Michele Riondino, l’altra parte di “cast italiano” della serie, hanno raccontato – sempre a noi di Ciak, qui l’intervista – di esser rimasti molto colpiti dalla gentilezza e dalla calma mostra da Sam Claflin sul set e nel dietro le quinte, nonostante il suo essere una star affermata. Per Gabriella Pession non si è trattato di una sorpresa, quanto di una conferma. «Non sono d’accordo sul fatto che le star non siano persone umili. Lo scorso anno ho avuto la fortuna di lavorare con Anthony Hopkins, una delle persone più straordinarie e più semplici che abbia mai conosciuto. Stessa cosa quando ho lavorato con Gary Oldman o con Donald Sutherland. Anche con Sam, non mi stupisce questa cosa perché è un grande attore, non ha bisogno di un ego costruito per farsi valere».

Fondamentale, per Passion, è l’approccio diverso che si ha all’estero per questo mestiere, cosa che ha imparato anche da suo marito, l’attore irlandese Richard Flood. «sono più degli artigiani che hanno costruito e affinato un mestiere. In Italia c’è questa concezione che gli attori siano dei divi, delle star. Ne esistono, ma spesso secondo me sono quelli meno bravi. Sam è un attore eccezionale. L’ho visto in Peaky Blinders in un ruolo molto disturbante, assolutamente differente da Montecristo piuttosto che in Daisy Jones and the Six. E’ un attore molto versatile, per cui non mi stupisce la sua semplicità, ha un talento strabordante».

Maupas, che con Claflin ha 12 anni di differenza, ammette di aver imparato molto dall’attore: «Sam mi ha insegnato la capacità nell’essere carismatici. Nel privato aveva una gentilezza disarmante, mentre in scena era in grado di portare un carisma enorme. Il suo Conte ha un manierismo composto e studiato, ma anche un’aura di grandezza. Per un attore giovane come me è stato un grande insegnamento».

Il conte di Montecristo