Il gladiatore 2, la recensione

Il film esce in sala il 14 novembre

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Il gladiatore 2, venticinque anni dopo Ridley Scott torna nell’arena per raccontare le gesta di un altro uomo che da solo riesce a mettere in ginocchio un impero. Russell Crowe naturalmente non c’è più, il nuovo eroe arriva dall’Irlanda ed è Paul Mescal.

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IL FATTO

L’impero romano prosegue la sua espansione sulle terre conosciute. Le coste dell’Africa del nord sono il nuovo obiettivo ed è lì che la flotta, capitanata dal generale Marco Acacio, un soldato che esegue gli ordini degli imperatori fratelli Geta e Caracalla. Una nuova vita, altri schiavi da portare in premio a Roma. Tra questi, Lucio, che nella battaglia ha perso la donna che amava, e che quando rivede la Città Eterna sa di esservi già stato molti anni prima. E che è giunto il tempo di vendicare la sua compagna e di riprendersi ciò che gli fu tolto.

L’OPINIONE

Se n’è parlato tanto, sempre con il timore che Ridley Scott, nella sua smania di fare film uno dietro l’altro per cercare di ingannare il tempo che passa, rovinasse il ricordo di un film che è rimasto nella memoria collettiva di milioni di spettatori in tutto il mondo. Pericolo scongiurato, perché Il gladiatore 2 assolve esattamente la stessa funzione di base del suo materiale d’origine. È infatti un film di grande intrattenimento, sfarzoso, opulento, eccessivo in tutto, e proprio per questo affascinante nel suo essere un prodotto d’altri tempi. Certo, manca l’epicità del primo, ma di Richard Harris ce n’è stato solo uno, ed è difficile ripetere momenti che sono poi entrati nella conversazione quotidiana, dai Campi Elisi in cui ci ritroveremo dopo la battaglia all’inferno da scatenare al comando di Massimo Decimo Meridio.

L’inganno, perfettamente riuscito, del primo Gladiator fu quello di far credere che quel soldato fedele a Marco Aurelio e pronto a vendicarsi contro un Imperatore usurpatore e assassino fosse realmente esistito. Potenza della narrazione cinematografica, che probabilmente non riuscirà a questo seguito che ha però altre qualità, per certi versi anche più profonde. Una volta messa da parte la Storia Romana, e va fatto prima di tutto perché quello che vediamo sul grande schermo va preso per quello per cui è stato realizzato, ovvero grande intrattenimento hollywoodiano, Il gladiatore è un film che abbraccia generi classici, un feuilleton con non poche tracce western in un impianto da film sportivo, ma la cui traccia più affascinante è quella squisitamente (fanta)politica. Macrinus, il burattinaio interpretato da un Denzel Washington in odore di terzo Oscar, è un personaggio assolutamente contemporaneo che assume uno spessore ancora maggiore alla luce delle elezioni presidenziali che hanno visto trionfare apparentemente Donald Trump, in realtà tutti quei personaggi più o meno dietro le quinte che ne hanno supportato e favorito il ritorno alla Casa Bianca.

Detto ciò, Il gladiatore 2 ha almeno un paio di scene da antologia nell’arena, due personaggi che restano impressi, quello di Washington appunto, e il generale Marco Acacio interpretato da un dolente e nobile Pedro Pascal, davvero magnifico. Ma è tutto l’impianto del film a funzionare, i complotti intrecciati, i colpi di scena, compreso quello già annunciato ma comunque atteso, i personaggi di contorno (attenzione a Fred Hechinger, che interpreta Caracalla, è uno degli attori più interessanti del momento, anche più del “fratello” già ben più noto Joseph Quinn) e un paio di momenti che fanno quasi scappare la lacrima evocando l’uomo che dalla polvere del Colosseo tornò finalmente a casa dalla moglie amata e il figlio.

E a questo proposito, non era ovviamente facile il compito di Paul Mescal, quello di entrare nell’armatura di Russell Crowe, ma Scott e il bravo attore irlandese hanno con intelligenza costruito un personaggio completamente nuovo, psicologicamente complesso dal punto di vista emotivo, meno forse per quanto riguarda la statura morale e anche politica rispetto a Massimo, ma proprio per questo diverso e quindi da giudicare per ciò che è, e non in confronto a. Paul Mescal è la star dei prossimi dieci anni, e forse anche più, se al contrario del suo predecessore riuscirà a mantenere un equilibrio sia professionale che personale.

Il gladiatore 2 è quindi un azzardo riuscito per quello che deve essere, ovvero un film spettacolare per dare seguito a un universo, tanto reale nella Storia quanto inventato nel racconto, che ha coinvolto con passione un pubblico. L’antica Roma al cinema è diventata una proprietà intellettuale di Ridley Scott. Tanto di cappello a questo grande uomo di cinema, non era impresa facile.

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Il primo ha un che di ipnotico, ma per gli appassionati anche recuperare la serie Spartacus: sangue e arena non sarebbe male.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
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