Il Silenzio degli Innocenti: Jodie Foster e Anthony Hopkins riuniti per il 30° anniversario

I due attori si sono riuniti virtualmente in occasione dei 30 anni del capolavoro di Jonathan Demme

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Poco più di 30 anni fa, Anthony Hopkins ha ricevuto una sceneggiatura che pensava fosse una storia per bambini. Ma quando la aprì, non c’era modo di tornare indietro: era la migliore sceneggiatura che avesse mai letto. Il resto, naturalmente, è storia del cinema.

“Il silenzio degli innocenti”, il capolavoro diretto da Jonathan Demme, esordiva nelle sale statunitensi il 14 febbraio 1991, per poi dominare la serata degli Oscar l’anno successivo, aggiudicandosi cinque statuette, tra cui quella del miglior attore per Hopkins, migliore attrice a Jodie Foster, miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale.

In occasione del trentesimo anniversario della pellicola, i due protagonisti interpreti rispettivamente dell’agente Clarice Sterling e di Hannibal Lecter si sono riuniti virtualmente in videochat per Variety’s Actors on Actors, presentata da Amazon (che potete trovare QUA). In oltre un’ora di conversazione, i due attori si sono ritrovati come un padre e una figlia, dimostrando ancora una grande alchimia. E pensare che potrebbero entrambi ritrovarsi alla prossima edizione degli Oscar, lei per “The Mauritanian”, dove interpreta un avvocato difensore che combatte per liberare il suo cliente, innocente, dalla prigione di Guantanamo Bay e lui per “The Father”, pellicola diretta da Florian Zeller in cui interpreta un uomo che lotta contro la demenza. Proprio su The Father e sulla sua delicata tematica è virata la prima parte della conversazione:

“Sono davvero entusiasta di parlare con te. Non ci parliamo da quando ho visto “The Father”, che è un film straordinario” – esordisce la Foster, che poi continua – “Io mi sento vicina alla tematica, perché mia madre aveva la demenza e ci siamo presi cura di lei per molti anni. Ci ha insegnato tanto sul cervello umano e sullo spirito. All’inizio si è opposta, ma poi c’è stato un cambiamento quando ha finalmente accettato che non era del tutto consapevole di ciò che le stava accadendo. Tu come ti sei preparato al ruolo?

“Lo script era scritto benissimo, non ho dovuto fare particolari ricerche“. – rivela Hopkins – “La mia famiglia non ha sofferto di demenza, quindi non avevo esperienze a cui attingere. Cerco sempre, soprattutto con l’avanzare dell’età, di semplificare il processo. Non analizzo troppo e avere una grande sceneggiatura aiuta. Ho solo seguito la tabella di marcia. Non ho dovuto comportarmi da vecchio perché sono vecchio. Ora ho 83 anni. Mi fa male la schiena e mi fanno male le ginocchia” – conclude con dolcezza l’attore scozzese.

I due hanno fatto poi un passo indietro di 30 anni e ricordato i tempi de “Il silenzio degli innocenti”.

“Ho molti bei ricordi di quel film, delle riprese a Pittsburgh e ovviamente di Jonathan Demme, che tutti abbiamo amato” – dice la Foster. Hopkins invece ha raccontato di come si è subito innamorato del copione:

“Ricordo che ero a Londra nel 1989, a fare una commedia chiamata “M. Butterfly”. Il mio agente mi mandò un copione. Mi disse: “Perché non lo leggi? Si intitola “Il silenzio degli innocenti”.” Io dissi: “È una storia per bambini?” Era un caldo pomeriggio d’estate quando mi arrivò la sceneggiatura e cominciai a leggerla. Dopo 10 pagine, ho telefonato al mio agente, dicendogli: “È una vera offerta? Voglio saperlo. Questa è la parte migliore che abbia mai letto”. Finito di leggere la sceneggiatura ho cenato insieme a Jonathan. Era un ragazzo meraviglioso con cui lavorare. Non potevo credere alla mia fortuna. E devo ammetterlo, avevo paura di parlare con te, che avevi appena vinto un Oscar!”

“Non siamo riusciti a parlare molto prima della lettura vera e propria. Praticamente ci eravamo solo salutati con la mano dall’altra parte della stanza e poi ci siamo seduti al tavolo. Arrivati alla parte di Hannibal Lecter, ho sentito un brivido provenire dalla stanza. Era come se fossimo quasi troppo spaventati per parlarci dopo”.

Potete trovare l’intervista intera su Variety.