Bryce Dallas Howard, “Amo recitare, ma la regia è il mio futuro”

L’attrice e regista racconta la sua esperienza in Jurassic World - Il dominio e svela anche un gustoso retroscena sulla sua infanzia

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Bryce Dallas Howard

Figlia d’arte, attrice, regista, Bryce Dallas Howard aveva esordito bambina diretta dal padre Ron in Parenti, amici e tanti guai, una comparsata che avrebbe replicato per altri film dell’illustre genitore.

Ma è stato grazie a M. Night Shyamalan, che la volle come protagonista di The Village, che il grande pubblico ne scoprì il talento, confermato in prove eccellenti in Manderlay di Lars Von Trier, The Help, Spider-man 3 e molti altri film di successo.

Da alcuni anni il suo maggiore interesse è la regia. Ha diretto due episodi di The Mandalorian e uno di The Book of Boba Fett e presto andrà sul set per il suo primo lungometraggio, il remake del classico degli anni Ottanta Flight of the Navigator.

Noi l’abbiamo incontrata a Londra per parlare di Jurassic World – Il dominio, ed è stata una conversazione davvero piacevolissima.

Bryce, Jurassic World – Il dominio è stato forse il primo film ad andare sul set durante la pandemia. Dev’essere stato da un lato molto complicato, ma anche una maniera per voi che ci avete lavorato per tornare progressivamente alla normalità?

Sì, è stato così. Siamo stati effettivamente il primo film in lavorazione durante la pandemia e ognuno di noi pensava che grazie a questa opportunità potevamo cominciare a guardare avanti, al futuro, ma d’altro canto dovevamo anche fare in modo che tutti fossero perfettamente in sicurezza.

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È stata un’esperienza che ci ha molto uniti, e sapevamo anche essere tra le poche persone sul pianeta a cui fosse concesso stare insieme, eravamo considerati un nucleo unico. E le persone che dobbiamo maggiormente ringraziare sono quelle che ci hanno tenute al sicuro, e le nostre controfigure che hanno fatto decine di stunt nel film, e tutti quei lavoratori del set che sono fondamentali per portare a casa un film.

Jurassic Park il Dominio

È stato grazie a loro se noi attori abbiamo avuto la possibilità di vivere in questa bolla, lavorando insieme, provando insieme, cucinando e mangiando insieme, allenandoci insieme, persino giocare a freesbe, tutte cose che hanno contribuito alla chimica che c’è tra noi sullo schermo.

Tu sei parte della nuova trilogia, ma qui ti confronti anche con il cast originale del primo film. Quest’incontro fa sì che tu, Chris Pratt e gli altri siate di diritto entrati nella storia di tutta la saga.

E già, i vecchi tempi di Jurassic World. Vuoi che ti racconti com’erano, quando bisognava scappare dai dinousauri correndo con il tacco 12? Scherzi a parte, quello era il primo film, c’era un cast davvero ristretto e alla fine si è trattata di un’esperienza molto intima. Fallen Kingdom è stata una cosa completamente diversa e soprattutto in quell’occasione era tornato Jeff Goldblum, segno che in qualche modo approvava quello che stavamo facendo.

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E adesso ci sono tutti e tre e quello che è venuto fuori è un film corale in cui ognuno a un ruolo a tutto tondo, ed è una cosa molto bella, anche perché sin dal primo film sai benissimo che di tutta questa saga non sei mai il vero protagonista, perché lo sono i dinosauri. E questo è fantastico, è un sollievo per tutti noi, e quando poi ti trovi a condividere questa condizione con un cast più allargato allora è veramente fantastico.

Bryce, adesso hai intrapreso anche la carriera registica. Com’è per te adesso stare sul set, considerando anche che tuo padre è un regista che tutti conosciamo? Mentre reciti pensi a come gireresti tu la scena

Oh no, no, anche se la regia è sempre stato qualcosa che ho desiderato e per cui mi ho lavorato tanto per riuscire ad arrivarci, perché amo davvero il lavoro del regista. Nel mio caso sono stata anche fortunata ad avere come mentore Jon Favreau. Ma in ogni caso, quando ho iniziato a recitare non sapevo in che modo fare l’attrice mi avrebbe sostenuto, così quando ero a scuola ho studiato molte cose per diversificare le mie abilità.

Pensa che mentre giravamo Jurassic World io ero già iscritta alla Directors Guild da 7 anni e Colin Trevorrow è venuto da me dicendomi “ehi, mi sto iscrivendo alla DGA, non è che tuo papà potrebbe farmi da sponsor”. E gli ho urlato “ma come non sei iscritto alla DGA?”. In ogni caso, nel corso di tutta la mia carriera ho cercato di lavorare con registi che ammiro e da cui avrei potuto imparare qualcosa, ma tra tutti Colin è stato il più inclusivo e di supporto, lui e anche Joe Wright.

Chris Pratt, Bryce Dallas Howard e Isabella Sermon, Jurassic World – Il dominio

Mi ha incoraggiato verso la regia e mi ha trattato come se quei pensieri, quell’istinto fossero già parte di me. E lo è stato dall’inizio, sul set di Jurassic World mi disse “Senti, io ti assunta per recitare, ma ci sono un sacco di attrici e pochissime registe donne”. Quindi ha fatto scattare il meccanismo giusto, mi diceva trovati un progetto e quando lo trovavo mi diceva “trovane uno migliore!”

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E fortunatamente nel 2018 ho avuto l’opportunità di lavorare a The Mandalorian e ho potuto mettere in pratica tutto quello che avevo visto negli anni, soprattutto che un regista ha talmente tante cose a cui stare attento contemporaneamente che neanche hai idea, ed è un’altra delle ragioni per cui ho sempre avuto grande rispetto ed empatia nei confronti di tutti i registi con cui ho lavorato, che forse anche per questo sono sempre stati molto aperti con me e mi hanno concesso di attingere alla loro esperienza.

Avete lavorato molto con il green screen?

A dire il vero no, questa volta avevamo molti animatroni sul set, che sono di grande aiuto per gli attori, molto meglio che guardare una pallina da tennis appesa nel vuoto. Merito di John Nolan, che ha uno studio a Londra e ha creato le star di questo film, i dinosauri, sono assolutamente straordinari, quello che vedi sullo schermo è quello che vedevamo dal vero sul set. Nel primo film ne avevamo solo uno, creato dalla compagnia di Stan Winston che lavorò al primo Jurassic Park. Ma anche quello era davvero eccezionale.

Ricordo un giorno è venuto sul set il figlio più piccolo di Michael Crichton, che non ha mai conosciuto suo padre perché è morto quando la madre era all’ottavo mese di gravidanza. Era stato invitato sul set con lei, lui aveva sei o sette anni, e quando ha visto il dinosauro ha iniziato a urlare “Mamma, guarda, un dinosauro, un vero dinosauro” e sono scoppiata a piangere, perché quello era il regalo di un padre a un figlio che non ha mai potuto incontrare.

È stato un momento emozionante che fa capire perché sia così meravigliosa l’arte cinematografica, perché si basa su una serie di eredità e tradizioni e racconti da tramandare. E nella saga di Jurassic Park questo è particolarmente vero, grazie a tutti gli artisti che nel corso degli anni hanno fatto parte di questo viaggio.

Bryce, un’ultima curiosità: non dirigerai episodi nell’imminente serie di Willow. Immagino ti sentissi troppo coinvolta.

Sai, è un film che ha diretto mio padre e io ero lì sul set con lui e me lo ricordo bene. E francamente, non credo sarebbe stata un’idea così originale. E poi ci sono tante cose bizzarre che sono successe attorno a quel film.

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Per esempio lo storyboard animator dei due episodi di The Mandalorian che ho dirett è un artista che si chiama David Lowery e faceva gli storyboard in Willow, e io avevo cinque anni e me lo ricordavo perfettamente. Credo sia giusto che siano altri persone a prendere in mano quella storia oggi.

Anche se sarebbe stato bello lavorare con Warwick, avev diciassette anni quando girò il film, era una specie di fratello maggiore per me.