La prima vacanza non si scorda mai, Patrick Cassir e Camille Chamoux: “Così è nata la nostra commedia che omaggia Dino Risi”

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la prima vacanza non si scorda mai

Tra le vere sorprese cinematografiche di questa torrida estate spicca la commedia francese La prima vacanza non si scorda mai di Patrick Cassir (attualmente nelle sale). Scorretta, divertente, mai banale. Una commedia romantica capace di mettere a fuoco la realtà e le sue storture.

La prima vacanza non si scorda mai racconta la storia di Ben (Jonathan Cohen) e Marion (Camille Chamoux). Lui è un uomo borghese preciso e piuttoso inquadrato, lei una disegnatrice di fumetti, anarchica e ribelle. Si incontrano tramite Tinder, si piacciono e cambiano completamente i piani delle loro vacanze. Ben doveva andare a Biarritz con i parenti, Marion con alcuni amici a Beirut («Perché non in Siria?» osserva lui ironico).
Si sono piaciuti talmente tanto da decidere di fare un viaggio insieme in un luogo che sia a metà strada fra le rispettive destinazioni previste… Andranno dunque in Bulgaria, tra Airbnb a ridosso della tangenziale, rifugi nei boschi per hippy, Canyoning (o torrentismo) estremo e, infine, in un resort di lusso per turisti occidentali. Proprio qui emergeranno tutte le differenze e i diversi sguardi sul mondo in un crescendo di tensione e incomprensioni.

la prima vacanza non si scorda mai

La prima vacanza non si scorda mai è una commedia ben scritta dal regista Patrick Cassir insieme alla compagna attrice e autrice Camille Chamoux, che interpreta anche il ruolo di Marion. Sul nuovo numero di Ciak in edicola trovate la nostra recensione con alcune dichiarazioni della coppia, mentre qui vi presentiamo la nostra intervista integrale ai due autori.

Com’è nata la prima idea per questa commedia realistica e «dinorisienne» (Il sorpasso di Dino Risi è anche omaggiato in un dialogo)?
Patrick Cassir (PC): Il punto di partenza è stata la scrittura, in parte ispirata ad alcune situazioni vissute realmente. Non volevo una sceneggiatura troppo rigida o finalizzata solo alla risata. Non amo le commedie troppo “scritte”, quando pare di sentire il frusciare delle pagine della sceneggiatura. Non amo nemmeno le commedie troppo comiche, in cui si ride e basta, senza un’idea di mondo e di vita. Certo, io e Camille abbiamo scritto tanto, ma allo stesso tempo ho lasciato che lei e Jonathan improvvisassero moltissimi dialoghi sul posto, in Bulgaria. Parto dal concetto che la situazione comica deve essere autosufficiente, dunque non volevo troppi orpelli o troppe gag stabilite a tavolino. Se gli attori devono eccedere in sforzi per far ridere, vuol dire che la situazione non è divertente!

Camille Chamoux (CC): Il principio comico del film è anche un principio d’identificazione: non è difficile immedesimarsi con Ben e Marion, a prescindere dal genere e dal sesso. Tutti abbiamo vissuto, almeno una volta, un viaggio rocambolesco… Marion è il lato un po’ più “avventuroso” della coppia, Ben il lato un po’ più rigido e borghese. Chiunque abbia esperienza di coppia conosce bene la difficoltà della prima vacanza insieme. È una specie di prova per passare, eventualmente, al “livello” successivo… Se i caratteri sono molto diversi il contrasto tragicomico è inevitabile. Marion mi somiglia molto, così come Ben, in parte assomiglia a Patrick. Il confronto costante ci ha consentito di raggiungere comicità e realismo insieme…

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A livello di scrittura come vi siete divisi i ruoli? Patrick ha scritto soprattutto il personaggio di Ben e Camille quello di Marion?
CC: All’inizio abbiamo lavorato proprio in questo modo. Poi tutto è andato in cortocircuito e abbiamo scritto e riscritto ogni cosa insieme. Le cose pensate da me non andavano bene a lui e viceversa… Scrivere in coppia è un po’ una tortura, abbiamo seriamente rischiato di venire alle mani (ridono, Nda).
PC: Molti dialoghi li hanno creati Jonathan e Camille sul posto. In certi casi avevano solo un canovaccio e hanno dialogato d’istinto… Quelle conversazioni sono nate molto spontaneamente come una specie di ping pong di battute!

Quali sono stati i dialoghi più improvvisati?
CC: Molti di quelli in cui io-Marion e Jonathan-Ben ci aggrediamo verbalmente sono nati così! L’improvvisazione è una delle forme – anche di teatro – che amiamo di più. È uno degli stili più liberi e divertenti.

la prima vacanza non si scorda maiMarion avrebbe potuto essere una pittrice o una scrittrice. Perché avete deciso di farne una disegnatrice di fumetti?
PC: Sono un grande fan del fumetto. Marion doveva essere un’anticonformista, un’artista e anche una buona osservatrice, come tanti autori di fumetti. Oggi il fumetto e la caricatura infastidiscono molte persone. Sul New York Times ad esempio non ci saranno più vignette (dopo una recente caricatura ritenuta antisemita, nda). Un disegno rischia sempre di irritare qualcuno: era la professione perfetta per Marion! Per tutto il viaggio realizza anche delle tavole che raccontano la difficoltà di convivere.
Ben e Marion si conoscono su Tinder, usano TripAdvisor, sono molto connessi. Voi?
PC: Io e Camille stiamo insieme da tempo e non ci siamo conosciuti su Tinder. Per il resto molti elementi sono autobiografici. Un periodo “TripAdvisor” lo abbiamo passato e tantissimi dettagli sono nati dalla vera vita di coppia…
CC: La scena a bordo piscina per esempio ci è capitata davvero in Grecia!
PC: Io stavo dormendo su un lettino e mi sono svegliato di soprassalto perché Camille gridava come una pazza a una signora russa…
CC: Quella signora arrogante e aggressiva mi aveva attaccato perché pretendeva che i lettini fossero tutti suoi. Aveva messo semplicemente qualche sandalo sotto e pretendeva che il territorio fosse tutto suo… continuava ad aggredirmi verbalmente. Allora le ho gettato la borsa in acqua! Che altro avrei potuto fare?! Marion, decisamente, mi somiglia!

Luca Barnabé