Puss in Boots 2, il trailer e l’intervista esclusiva con il regista

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Dopo undici anni si torna nel mondo delle fiabe di Shrek, non con l’orco verde, ma con il Gatto con gli stivali e i suoi occhioni irresistibili. È arrivato il primo assaggio del nuovo film, Puss in Boots 2: the Last Wish, due minuti e mezzo di trailer che raccontano la storia base e introducono i nuovi personaggi.

I presupposti per un nuovo successo ci sono tutti, complice anche la performance vocale di Antonio Banderas e un cast davvero stellare, come ci ha raccontato il regista Joel Crawford, che abbiamo intervistato in esclusiva proprio per darci le prime impressioni su Puss in Boots 2: the Last Wish. Il film uscirà negli Stati Uniti il 23 settembre 2022, non è ancora fissata la data italiana, ma presumibilmente verrà annunciata presto. Intanto, ecco la nostra intervista con il regista e, in fondo, il trailer del film.

Joel Crawford, parlare di due minuti e mezzo di film non facile, ma in questo caso abbiamo a disposizione le nove vite di un gatto per riuscirci.

Esatto, il concetto del film è proprio questo, il Gatto con gli stivali ha bruciato otto delle sue nove vite e si rende conto che gliene è rimasta solo una. E quindi rivuole indietro le altre otto.

Storia divertente che è però il pretesto per spiegare anche ai più piccoli che ogni giorno dovrebbe essere vissuto come fosse speciale.

Hai colto nel segno. Io ho tre figli e quello che dico sempre loro è che devono godere delle cose belle che la vita offre loro. D’altro canto c’è anche il rimpianto degli adulti, quando la vita comincia a diventare frenetica, di non riuscire a fermarsi, fare un bilancio e capire cosa conti realmente.

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E questa è proprio la parte più interessante di questa storia, perché si parte ovviamente dal fatto che otto vite sono state bruciate, per poi arrivare a chiedersi cos’è che rende una vita degna di essere vissuta. Da una parte il pubblico si divertirà, tornando nel mondo delle favole di Shrek, ma uscirà dal cinema con un piccolo insegnamento in più, ovvero che ognuno di noi ha ricevuto in dono una e una sola vita.

Questo è il settimo film dell’universo Shrek e il suo secondo da regista. Come ci si sente a poter mettere le mani a una saga di tale successo con la possibilità di dare un punto di vista diverso?

La cosa più importante era rendere omaggio a questo franchise e a tutto il pubblico che lo ha amato nel corso degli anni. Contemporaneamente c’è anche una nuova generazione, perché l’ultimo film della serie e di undici anni fa, quindi abbiamo avuto la possibilità di raccontare una nuova storia del mondo delle fiabe che in questo caso ha anche un piede nello spaghetti western. Sono cresciuto guardando i film di Sergio Leone e l’idea di contaminare i due generi mi piaceva moltissimo.

Anche quella di trasformare in cattivi I tre orsi e Riccioli d’oro…

È una delle caratteristiche della saga di Shrek, quella di poter sempre inserire personaggi nuovi del mondo delle fiabe e dargli una diversa personalità. In questo caso abbiamo trasformati la famiglia degli orsi e Riccioli d’Oro in una banda di gangster inglesi con l’accento cockney. Pericolosi ma anche divertentissimi interpretati da Florence Pugh, che è Riccioli d’Oro, Olivia Colman che è Mamma Orsa, Ray Winston Papà Orso e Samson Kayo l’orso bambino. E ovviamente c’è anche il ritorno di Antonio Banderas e Salma Hayek.

La prossima volta si dovrà imporre con la Dreamworks per avere un cast A-List…

Vero? È incredibile, mettere insieme un simile gruppo di talenti tutti insieme è davvero il sogno di qualunque regista.

E lei è solo al secondo film, dopo avere esordito con The Croods 2, che nonostante la pandemia è stato comunque un successo. Due storie completamente diverse, la prima parla di una famiglia, qui invece siamo alle prese con un action in cui però c’è anche spazio una storia romantica.

La sfida per chi come noi raccontiamo storie è quella di attingere alle nostre esperienze personali e portarle sullo schermo, e lo abbiamo fatto anche questa, riaccendendo la scintilla tra il Gatto e Kitty. E poi c’è anche una bella storia d’amicizia con il cane, un nuovo personaggio.

Adesso me lo deve dire: da dove nasce la passione per Sergio Leone?

Ho sempre amato I western, sin da bambino,ma il mondo di Leone era completamente diverso. Credo di avere visto per primo per Per un pugno di dollari e questa versione potenziata dei film che già amavo mi ha affascinato, credo siano stati per me i primi supereroi, perché erano in qualche modo indistruttibili. E poi, le colonne sonore di Ennio Morricone erano insuperabili.