Una boccata d’aria, Aldo Baglio e il gusto di rimettersi in gioco

L’attore racconta a Ciak la sua nuova commedia da protagonista assoluto, Una boccata d’aria: dove si rimette in discussione con un film «più maturo». In anteprima al Taormina Film Fest

0
una boccata d'aria

Stavolta Aldo Baglio, a differenza del suo indimenticabile Ajeje Brazorf inseguito dal controllore del tram, il biglietto (per il cinema) ce l’ha, validissimo: anzi, ne ha due. Infatti, mentre lo intervistiamo per Una boccata d’aria, il suo nuovo film da protagonista senza il trio formato con Giovanni Storti e Giacomo Poretti, Baglio sta girando proprio con gli storici sodali il prossimo lungometraggio del terzetto, ancora per la regia di Massimo Venier.

LEGGI ANCHE: Il più bel giorno della nostra vita, inizio riprese per il nuovo film con Aldo Giovanni e Giacomo

Ormai, insomma, il doppio binario professionale dell’attore palermitano sul grande schermo è consolidato: «Penso che continuerò così», dichiara Baglio a Ciak, «è una dimensione che mi porta a fare cose diverse, a capire se c’è dell’altro da raccontare. Con il trio abbiamo una formula navigata che funziona, ma sento anche la voglia di mettermi in gioco, divertendomi, mettendo le mani anche nella sceneggiatura. Ma non nella regia, non sono così pazzo!».

“Divertirsi” sembra essere la parola chiave per l’artista, anche quando, come nel caso di
Una boccata d’aria (dal 7 luglio in sala per 01 Distribution dopo l’anteprima al Taormina Film Fest), si cimenta con una commedia non priva di venature malinconiche: elemento che «ti fa sentire più completo», spiega Baglio: «Ho già dimostrato di saper far ridere se sono con le persone giuste, e avevo bisogno di dimostrare qualcos’altro, prima di tutto a me stesso. L’idea di poter commuovere mi entusiasma molto. Già in Odio l’estate questo aspetto emergeva».

LEGGI ANCHE: Odio l’estate, la vacanza di Aldo Giovanni e Giacomo che fa ridere e commuovere

Al centro di Una boccata d’aria c’è inoltre un personaggio complesso, con zone d’ombra e qualcosa da farsi perdonare: parliamo di Salvo, pizzaiolo indebitato di Milano che, alla notizia della morte del padre, parte per la natia Sicilia, con l’obiettivo di salvare la sua attività convincendo il fratello Lillo a vendere il casale di famiglia.

Un uomo, Salvo, «che tiene nascosti molti segreti», anticipa Baglio: «Ama la sua famiglia, ma è molto rigido su alcune decisioni da prendere. Questa eredità è la scusa per tornare giù, nella sua terra d’origine, e mettere a posto certi errori fatti in passato. La storia è intricata, e questo aspetto mi piace».

L’attore non a caso è ancora una volta co-autore (assieme agli abituali collaboratori Valerio Bariletti e Morgan Bertacca) del soggetto e della sceneggiatura. Per quest’ultima si è aggiunto poi il regista del film, Alessio Lauria. «Ci siamo trovati molto bene a lavorare insieme», spiega Baglio, «Alessio si è rivelato la persona giusta per questa storia. Il dialogo fra noi ha sempre portato a nuovi spunti: il film è mio quanto suo e degli altri sceneggiatori».

una boccata d'aria Alessio lauria
Il regista Alessio Lauria

Un film che, al netto di come andrà alla prova del box office, ha già dato all’attore molta soddisfazione: «Non che mi dispiacesse il precedente Scappo a casa, ma probabilmente era un film di passaggio rispetto a questo, che è più maturo. Abbiamo alzato il tiro e raccontato una storia con ingredienti diversi, che affronta temi come quello dei figli e della famiglia. So che uscirà in un periodo complicato, ma in ogni caso è stato bello farlo».

Trovandosi pienamente a suo agio anche col resto del cast, che include Lucia Ocone, Giovanni Calcagno, Ludovica Martino e Davide Calgaro.

una boccata d'aria

«Giovanni Calcagno», sottolinea Baglio, «è stato una rivelazione: primitivo, perfetto per quel ruolo. Lucia Ocone mi ha dato sicurezza, al suo fianco è tutto molto divertente. Il tempo è volato proprio perché mi sono divertito!».

E anche con il team del produttore Matteo Rovere (il film è una produzione Groenlandia con Rai Cinema) «c’è stato uno scambio, con una grande partecipazione da parte loro, a volte magari non ci capivamo, ma a volte erano da stimolo per poter aggiustare delle cose. Mi piacerebbe lavorare ancora così».

Insomma, Una boccata d’aria è l’ulteriore tappa di una carriera tra le più significative dello spettacolo italiano negli ultimi trent’anni (battute come «Questo Kafkian, chi è?» fanno ormai parte del nostro immaginario). Ma per Baglio il peso del successo continua ad essere più un vantaggio che una pressione.

«Credo che essere riusciti a lasciare il segno in passato, e poter dimostrare anche dell’altro
grazie alla nostra notorietà, allunghi la vita, professionalmente parlando. Ti dà la possibilità di sperimentare, pur affidandoti ai meccanismi della commedia che conosci. E intanto cerchi di andare avanti».