IL FATTO
In un paesino di provincia sul lago di Como, l’Uomo che pulisce, vive solo e inosservato cercando segreti e verità nella spazzatura degli altri.
Un giorno, per caso, salva la vita della Ragazzina col ciuffo viola, e da quel momento scopre di non essere più invisibile agli occhi del mondo. Una piacevole sensazione e un passo falso al tempo stesso. Nello stesso paesino la Cacciatrice di mosche sa che in giro c’è qualcuno che sta uccidendo donne con i capelli biondi, anche se nessuno vuole crederle. Bisognerà cercare le risposte dietro una porta verde e in fondo a un abisso buio.
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L’OPINIONE
Nella sua opera terza dopo La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto, e a partire dal suo omonimo romanzo, Donato Carrisi torna a indagare la psiche umana risalendo questa volta all’origine del male e incardina una inedita storia d’amore in un meccanismo narrativo che, guardando al thriller e al dramma, è capace di generare paura, tensione, emozione, compassione. Come sempre nelle storie di Carrisi non si può mai dire che sia veramente finita fino all’ultima scena e anche questa volta ad attenderci ci sono una serie di colpi di scena che non riguardano però le indagini, bensì la vita segreta e il misterioso passato dei protagonisti. E se l’Uomo che pulisce è ispirato al celebre serial killer di Foligno, Carrisi invita a non stigmatizzare i mostri perché bene e male spesso si mescolano nelle acque profonde e solo apparentemente chete di un lago e nessuno si salva da solo. È il primo film italiano interamente girato sul lago di Como, location perfetta per un mystery.
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La ragazza del lago, film di esordio di Andrea Molaioli, ispirato al romanzo della scrittrice norvegese Karin Fossum, Lo sguardo di uno sconosciuto, vincitore di dieci David di Donatello.
