Isabelle Huppert a Roma: «cerco grandi registi capaci di fare grandi film»

L’attrice incontra la stampa alla XIII edizione del Rendez – Vous

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Isabelle Huppert, Mon Crime

Nella sua frenetica attività tra cinema e teatro Isabelle Huppert è arrivata a Roma, al Rendez – Vous (XIII edizione del Festival del Nuovo Cinema Francese, dal 29 marzo al 3 aprile), per presentare uno dei suoi ultimi film, Mon Crime – La colpevole sono io, commedia poliziesca di François Ozon. Con la stampa l’attrice accenna anche qualche risposta in italiano, ma niente frasi scontate o giudizi scomodi da lei, è minuta ma come sempre è determinata, misurata e concentrata sul suo mestiere perché, dice, ama lavorare con grandi autori.

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E di grandi autori nella sua lunga carriera non ne sono certo mancati. Oltre ad Ozon, Huppert ha lavorato con Bertrand Tavernier, Claude Chabrol, Jean-Luc Godard, Olivier Assayas – solo per citarne alcuni – e anche molti italiani, Marco Ferreri, Marco Bellocchio, Michele Placido. Le mie scelte non sono dettate in base al ruolo che andrò ad interpretare – spiega infatti l’attrice -, ma dal mio desiderio di lavorare con grandi registi capaci di fare grandi film”.

Non ho mai considerato la mia carriera in termini di personaggi che ho interpretato– continua Huppert – Per me è stato fondamentale l’incontro con grandi registi, anche i meno famosi, ma che mi hanno offerto il privilegio del loro sguardo. Me ne sono sempre un po’ fregata del ruolo, conta ciò che nasce dall’incontro con un autore. È così che vedo il cinema”. Poi aggiunge scherzando, ma non troppo: “Forse mi manca solo il ruolo di un uomo”.

In Mon Crime, commedia che fa eco ai diritti delle donne rivendicati recentemente dal #metoo, Huppert interpreta un ruolo di supporto, ma che indubbiamente lascia il segno. È un’attrice che ha vissuto una certa fama all’epoca del cinema muto, ma nel film la sua carriera è in declino. Il paradosso, ha detto Ozon, è che una grande attrice come lei abbia interpretato un personaggio così. “La caratteristica principale del mio personaggio è che parla velocissimo. È poco interessata ai diritti delle donne, il suo obiettivo sono i soldi e la fama. Ho voluto darle questo aspetto un po’ caricaturale”, spiega Huppert con la serena semplicità che le viene da una carriera ricca e appagante.

La stessa serenità con cui parla del #metoo. Huppert ritiene che sia un movimento che ha portato ad una positiva presa di coscienza in tutto il mondo, ma “personalmente – dice – non credo che questo porterà ad avere solo ruoli di donne trionfanti, ribaltando la situazione che c’è stata finora con i ruoli maschili. Il risultato dovrebbe essere che le donne trovino la centralità nelle storie, quella stessa che io ho sempre avuto la fortuna di trovare”.

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