Isola: il cinema è passione per la verità cruda

Il documentario su Mario Dondero e Il secondo principio di Hans Liebschner confermano la tendenza dell’Isola del Cinema a esplorare la verità attraverso la settima arte.

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Il cinema sa sconfinare, esplorare galassie, sentimenti e universi alternativi analizzando, attraverso il filtro dell’artificio e della metafora, la società in cui viviamo. Talvolta, invece, il cinema non è null’altro che realtà semplice e cruda. Null’altro che verità, vita vissuta. Ce lo dimostrano i giorni della settimana appena trascorsa all’Isola del Cinema, tra la proiezione di Giulia nella sezione OPS – Opera Prima e Seconda e le proiezioni di Eccetera, Nel mondo di Mario Dondero (2020, Maurizio Carrassi) e de Il secondo principio di Hans Liebschner (2020, Stefano Testa).

Se con Giulia ci siamo immersi in un’opera che ricercava la “verità artistica” guardando a cineasti del passato, con gli altri due film il Cinelab ha posto il suo occhio sul documentario.

Nel primo caso, quello di Eccetera, abbiamo potuto seguire l’ultimo anno di vita di Mario Dondero, a oggi considerato uno dei fotoreporter più impegnati e originali della seconda metà del ‘900. Una serie di scatti, testimonianze e la voce stessa di Dondero riportano l’esperienza di un uomo che si è mosso tra scenari di guerra e vite al limite, sorvolando sulla vendibilità dei suoi scatti pur di raccontare le vicende di cui era testimone.

Ho una tendenza antropologica, mi piace immortalare il lavoro della gente e fotografare la realtà nella sua ampiezza”, dichiara infatti lo stesso Dondero all’inizio del film. Egli ha dedicato la sua intera vita a questa professione: fotografare, riprendere la realtà.

È curioso pensare a come ci siano uomini, su questa terra, che hanno fatto lo stesso tipo di operazione più in piccolo, nel loro privato. Hans, il protagonista de Il secondo principio di Hans Liebschner, ha difatti ripreso l’esistenza propria e dei propri cari con una passione, costanza e dedizione unica, dal 1963 al 2012. Ed è curiosa, invero, la storia di questo film: nel 2013 la vita intera di quest’uomo è finita in un mercatino dell’usato.

Il regista, Stefano Testa, si è ritrovato ad acquistare per puro caso questa serie di nastri e supporti che lo hanno reso testimone di una vicenda sulla quale ha preso a indagare. La storia di Hans viene quindi ricostruita attraverso la testimonianza dei suoi figli e con il supporto delle immagini girate finché è stato in vita.

Nonostante i diversi mezzi e le diverse architetture di queste opere, quella appena trascorsa può ben considerarsi la settimana del cinema come verità cruda. Ci chiediamo, dunque, quale sarà la sfumatura dedicata quella in arrivo.