Ci sono voluti trent’anni per decidersi a mettere in cantiere un adattamento del Horrorscope del 1992 di Nicholas Adams – come avrebbe dovuto intitolarsi il film, in origine – e solo nel 2022 è iniziata la produzione del Tarot che arriva in Italia come La profezia del male. Scritto e diretto da Spenser Cohen e Anna Halberg, l’horror soprannaturale distribuito al cinema da Universal Pictures e in sala dal 9 maggio vede la presenza della Avantika Vandanapu di Mean Girls al fianco della protagonista Harriet Slater nel ricco cast corale completato da Olwen Fouere, Humberly González, Larsen Thompson, Adain Bradley, Alana Boden e il Ned Leeds di Spider-Man Jacob Batalon.
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IL FATTO:
“Mai usare le carte di qualcun altro” è la regola più importante della lettura dei Tarocchi. Una regola che non viene rispettata dal gruppo di amici in vacanza che, ignari di tutto e trovato un sinistro mazzo di carte in una casa sconosciuta, decidono di farsi leggere il futuro da una di loro. Quel che avrebbe dovuto essere un gioco si rivela una terribile minaccia e scatena una profezia che costringerà i ragazzi ad affrontare la maledizione scatenata inconsapevolmente e a sfidare il tragico destino che li attende in una sfida contro l’entità che li ha condannati a morte…
L’OPINIONE:
Prevedibile, per molti versi classico – nella forma, nella dinamica e nei temi – seppur “moderno” nel suo non saccheggiare troppo i più titolati antesignani del genere (per quanto i riferimenti recenti siano spesso piuttosto superficiali quando non banali), questo Tarot non riesce a spingersi molto oltre il divertissement per appassionati.
Ricco e generoso, quanto a presenze soprannaturali, è sul piano visivo che si può godere di alcuni buoni momenti, sia per quel che riguarda lo stile dei tarocchi maledetti sia per la realizzazione dei mostri rappresentati (come si vede nel trailer), quasi carnacialeschi nello stile – anche crudele, brutale, sanguinario – delle maschere, fortemente legate a certa tradizione.
Un ‘punto di forza’ del quale i registi si mostrano evidentemente consapevoli, finendo per insisterci oltremodo, trascurando personaggi e storia o affidandosi a – a questo punto – salvifici “spiegoni”. Fino alla conclusione, un po’ “incollata” dopo un prefinale che potrà ricordare il Get Out di Jordan Peele. E dopo aver fatto esercizio di pazienza per i tanti cliché sfruttati e di benevolenza, soprattutto quando mostri tanto crudeli e soprannaturali incomprensibilmente e improvvisamente sembrano perdere la propria onnipotenza. Una necessità narrativa che il film purtroppo condivide con molti altri, non solo dell’orrore, che altrimenti non arriverebbero al secondo tempo.
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C’è tanto Obbligo o verità nella maledizione che colpisce un gruppo di amici particolarmente superficiali – e sfortunati – nello scegliere come divertirsi in un momento di spensieratezza, ma anche un pizzico del Talk to Me tanto apprezzato di recente o il ‘natalizio’ Bloody Calendar, per la capacità di un oggetto demoniaco di influenzare la vita altrui.