La scuola cattolica: arriva il discusso film sul delitto del Circeo

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Tra i titoli italiani fuori concorso a Venezia 78, ha fatto particolarmente discutere l’atteso La scuola cattolica di Stefano Mordini, di ritorno al Lido dopo Lasciami andare (film di chiusura dell’edizione 2020) e qui alle prese col romanzo-fiume di Edoardo Albinati (Rizzoli, Premio Strega 2016). Che nelle sue 1294 pagine si confronta (anche) con l’orrendo delitto del Circeo (avvenuto nel 1975), i cui responsabili, figli dell’alta borghesia capitolina, avevano frequentato il San Leone Magno, la “scuola cattolica” romana che dà il titolo al libro e al film. Quest’ultimo, però, rimuove i riferimenti più espliciti al contesto politico dell’epoca, caratterizzato dagli scontri tra i movimenti di sinistra e quell’estrema destra che era la matrice ideologica dei tre stupratori assassini.

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«Nel raccontare il delitto del Circeo», ha dichiarato al riguardo Mordini, «non volevo evidenziare un conflitto politico, ma piuttosto un conflitto di genere in cui l’uomo esercita violenza contro una donna e così contro l’intero mondo femminile». «I ragazzi», ha aggiunto il regista, «non sono esplicitamente caratterizzati dal punto di vista politico, ma è un elemento dato per scontato, si muovono da fascisti, con momenti di violenza inconcepibili».

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Nel nutrito cast del film, che comprende Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Giulio Pranno e Valentina Cervi, le attrici Benedetta Porcaroli e Federica Torchetti interpretano rispettivamente le due vittime del massacro, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez (solo la prima si salvò fingendosi morta). «Il film è attuale», ha dichiarato Torchetti: «la violenza di genere esiste ancora. Oggi sempre più donne denunciano ma spesso da vittime diventano imputate. Un’educazione al rispetto dovrebbe partire dalle famiglie e dalle scuole».