La Umbrella Academy alla guerra dei superpoteri

Al via da oggi su Netflix la terza stagione della serie creata da Steve Blackman: “Il confronto con la Sparrow Academy senza esclusione di colpi. Progetto un quarto ciclo”

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Umorismo nero, violenza cartoonistica e la capacità di dipingere un impietoso ritratto dell’America patriarcale, omofoba e razzista: questi ingredienti hanno fatto la forza delle prime due stagioni di The Umbrella Academy, serie creata nel 2019 da Steve Blackman (produttore esecutivo di Legion, Fargo e Altered Carbon) e Jeremy Slater (sceneggiatore di Fantastic 4 e della serie Moon Knight). La serie si ispira al graphic novel The Umbrella Academy: Apocalypse Suite (2008) ideato e sceneggiato dall’americano Gerard Way (cantante di My Chemical Romance) per i disegni del brasiliano Gabriel Bá, già collaboratore di Mike Mignola in B.P.R.D. (Bureau for Para- normal Research and Defense). Il 22 giugno Netflix lancia la terza stagione della serie, dove incontreremo i membri della Sparrow Academy. Blackman li presenta così: «Sulla Sparrow Academy io e Gerard Way la pensavamo nella stessa maniera. Visto che ci sono 43 ragazzi speciali in questo universo, sentivo l’esigenza di incontrarli e lui voleva mostrarli nel fumetto. Da questa unione di desideri è nata la Sparrow Academy, sensazionali fratelli molto diversi tra loro. Anche se gli Sparrow sembrano più ordinati e inquadrati degli Umbrella, sono anche loro una famiglia disfunzionale, solo in modo diverso».

A questo punto, è necessario un passo indietro e raccontare la genesi della serie. L’idea alla base della vicenda è folle: il 10 ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partoriscono contemporaneamente, anche se nessuna di loro prima del parto aveva mostrato segni di gravidanza. Il miliardario Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore) adotta sette di questi bimbi che si rivelano superdotati e li addestra a controllare i loro poteri nell’Umbrella Academy, aiutato da uno scimpanzé parlante maggiordomo e una madre robotica. La prima stagione finiva con Vanya (all’epoca Ellen Page) che scatenava l’Apocalisse distruggendo la Luna, mentre Numero 5 (Aidan Gallagher), tentando di evitarla, azzardava un salto indietro nel tempo con tutti i fratelli. Il cuore narrativo della seconda stagione, ispirata al secondo graphic novel firmato Way- Bá (The Umbrella Academy: Dallas, 2009), è ambientato 56 anni nel passato rispetto alla prima stagione e mostra le diverse vicende dei fratelli. Dopo il salto temporale, ognuno è finito in un periodo diverso, compreso tra il 1960 e l’ottobre 1963 a Dallas. Numero 5 è invece arrivato al 25 novembre 1963, pochi minuti prima di un’apocalisse nucleare legata al mancato assassinio di John Fitzgerald Kennedy, ma è riuscito a tornare indietro di dieci giorni, per radunare i suoi fratelli e tentare di fermare il disastro. Anche questa volta la missione riesce, ma quando finalmente i membri dell’Umbrella Academy tornano nel nostro presente, scoprono che al loro posto abitano altri giovani molto differenti: la Sparrow Academy. L’inevitabile scontro è narrato appunto nella terza stagione. La novità maggiore del cast è che nel frattempo, nel mondo reale, Ellen Page ha completato la transizione ed è diventato Elliot, per cui ora la temibile Numero 7 Vanya Hargreeves delle prime due stagioni si è rivelata transgender anche nella finzione diventando Viktor.

Tornano nei loro ruoli anche Tom Hopper (Luther, Numero 1), David Castañeda (Diego, Numero 2), Emmy Raver-Lampman (Alison, Numero 3), Robert Sheehan (Klaus, Numero 4) e JustinH.Min (che qui è sia Ben, Numero 6, che la sua versione alternativa Sparrow: Numero 2). Tutti da scoprire i poteri dei membri della Sparrow Academy, interpretati da Justin Cornwell, Britne Oldford, Jake Epstein, Genesis Rodriguez e Cazzie David. La collaborazione creativa tra i cartoonist (che progettano di rea- lizzare ben dieci volumi sugli Umbrella) e lo showrunner è destinata a continuare visto che «ho un finale in mente – dice Blackman – e mi piacerebbe narrarlo nella quarta stagione».