L’abbaglio, Toni Servillo vero colonnello della spedizione dei Mille

Nel film di Roberto Andò su uno degli episodi cruciali del Risorgimento, Servillo interpreta Vincenzo Giordano Orsini, vero colonnello protagonista della battaglia di Calatafimi

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Toni Servillo, L'abbaglio roberto Andò
Toni Servillo, L'abbaglio

Dopo il successo de La stranezza il regista Roberto Andò torna a raccontare un altro spaccato di storia ambientato in Sicilia, ma questa volta porta l’ormai collaudato trio composto da Toni Servillo con Salvo Ficarra e Valentino Picone all’epoca del Risorgimento e più precisamente durante la spedizione dei Mille, che tra il 1860 e il 1861 vide impegnati un migliaio di volontari, sotto il comando di Giuseppe Garibaldi, nella lotta contro l’esercito borbonico.

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Vincenzo Giordano Orsini

Ne L’abbaglio, al cinema dal 16 gennaio, Toni Servillo interpreta Vincenzo Giordano Orsini, ex – ufficiale dell’artiglieria dell’esercito delle Due Sicilie, che, dopo essersi affiliato alla “Giovine Italia” di Mazzini, partecipò prima ai moti siciliani del 1848 contro i Borbone, per poi guidare come colonnello nel 1860 una compagnia durante la spedizione dei Mille dallo sbarco a Marsala alla battaglia di Calatafimi.

Servillo colonnello Orsini

Ficarra e Picone, L'abbaglio
Ficarra e Picone, L’abbaglio

Servillo nei panni del colonnello Orsini ne L’abbaglio, oltre a vedersela con lo sconforto che gli procurano dai due soldati disertori, Domenico Tricò e Rosario Spitale, impersonati appunto da Salvo Ficarra e Valentino Picone, si confronta anche con un Garibaldi riportato in vita da Tommaso Ragno. Dice Servillo durante a Roma alla presentazione del film: “Il fascino del personaggio di Orsini, quello che mi ha catturato è proprio questo conflitto interiore di un militare, impegnato anche in azioni cruente e sanguinose, contemporaneamente assediato da dubbi sulla sensatezza di ciò che sta facendo. Questo conflitto è alimentato anche dalla relazione con Garibaldi. Tommaso Ragno restituisce un Garibaldi pieno di inquietudine, nel pieno dell’azione, che conosciamo anche dai manuali di storia, ma anche lui afflitto da dubbi legati alla necessità di sottostare dei compromessi”.

Tommaso Ragno, L'abbaglio Garibaldi
Tommaso Ragno, L’abbaglio

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Servillo e Andò

Questo è il quarto film in cui Toni Servillo è diretto da Roberto Andò e verso il regista, da cui è legato anche da una forte passione per il teatro, l’attore racconta di nutrire una grande stima: “Il cinema di Roberto esercita su di me un grande fascino, per la sua capacità di intensificare la realtà attraverso la fantasia creando le condizioni perché un affresco storico o di natura politica come era Viva la libertà (2013) o politico – monetaria internazionale com’era Le confessioni (2016) possa incuriosire il pubblico. Roberto riesce a entrare in questi argomenti da una porta laterale non soffocato dalla cronaca o dalla storia come viene insegnata”.

Dal canto suo anche Andò ha affidato a Servillo un ruolo particolarmente e personalmente  significativo per lui. Dice il regista: “Io mi proietto molto nello sguardo di Orsini, nel senso che mi piace portare il dubbio, perché questa vicenda, anche nella dedizione con cui il colonnello sposa questa missione impossibile affidatagli da Garibaldi, ci dà il punto di vista umano. Orsini si pone nell’ottica in cui ci si dovrebbe mettere quando si affrontano le grandi questioni che sono sul campo anche in questo momento, come quella di Gaza. Porta un punto di vista dialettico che pone il dubbio sulla nostra reale capacità di interpretare la rivoluzione di cui parlano Garibaldi e Dumas, di farla diventare reale anche per la gente che subisce la storia, per chi vive anche oggi nelle condizioni in cui erano le persone più umili della Sicilia di quel tempo, un Sud remoto pre-rivoluzione francese che nessuno aveva mai visto”.