L’AD Manuela Cacciamani a Cannes per raccontare la nuova Cinecittà

Da dieci mesi AD dei più grandi studios europei, rompe il silenzio per anticipare a Ciak il presente e le strategie future della “Hollywood sul Tevere”, tornata “affollata di produzioni”

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Manuela Cacciamani Cinecittà
Manuela Cacciamani

Una professionista competente della quale negli anni ho imparato a conoscere le capacità non solo lavorative ma anche umane”. Questa le parole usate dal sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni per Manuela Cacciamani, il giorno della sua nomina ad Amministratore Delegato di Cinecittà nel luglio del 2024.

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Classe 1976, è imprenditrice, autrice, produttrice, con una lunga esperienza nel settore. Ha iniziato la carriera accanto a registi del calibro di Martin Scorsese, Steven Soderbergh, Wes Anderson e Terry Gilliam. Nel 2006 ha fondato la sua società di produzione, One More Pictures e nello stesso anno è diventata anche partner della factory Direct 2 Brain, VFX, post production company e software house nel settore audiovisivo. Nel 2021 è stata eletta dagli associati di Anica Presidente dell’Unione Editori e Creators Digitali. Tra pochi giorni rappresenterà al festival di Cannes il più grande studio cinematografico d’Europa.

Sarà per me un’occasione – mi risponde Manuela Cacciamani che ad oggi ha rilasciato una sola intervista, al Sole 24 Ore – per incontrare la stampa. Ci saranno appuntamenti per raccontare il potenziale dei nostri Studios e i benefici fiscali offerti dal MIC. Con me ci sarà tutto il team commerciale e di marketing che ho ereditato, persone di grande talento, che mi stanno supportando in questa mia nuova esperienza. E poi ci saranno appuntamenti di carattere più istituzionale, la promozione del cinema contemporaneo, del cinema classico, meeting con le istituzioni rivolti a tutta l’industria”.

Con lei Cinecittà diventerà più attrattiva per i produttori internazionali?

Cinecittà sa essere molto attrattiva, siamo praticamente sold out per l’ultimo quadrimestre dell’anno. Abbiamo già tantissime richieste”.

Ricorda il momento in cui le hanno proposto di fare l’AD di Cinecittà?

Mi hanno cercata dal Ministero per dirmi che stavano pensando a me per questo incarico e per chiedermi se fossi propensa a dare la mia disponibilità”.

Ci ha pensato su, prima di accettare?

Sì, ma non perché avessi dubbi sulla volontà di farlo, più che altro per valutare cosa avrebbe significato lasciare ciò che ho costruito come imprenditrice: le aziende, i progetti, le persone che sono cresciute con me in questi 19 anni. Ma dopo avere metabolizzato questa opzione non ho avuto la minima esitazione perché mi onorava l’idea di poter mettere le mie competenze da manager e il mio know how del mondo audiovisivo a disposizione del servizio pubblico”.

Cinecittà era un luogo a lei familiare?

Gli Studios sono stati letteralmente la mia seconda casa quando ero piccola. Mio padre è stato per 50 anni responsabile della vigilanza e prima ancora apprendista falegname. Conosco ogni angolo degli Studios, l’odore caratteristico dei viali vicino alla falegnameria quando le macchine sono in funzione e le maestranze stanno dando corpo ai sogni di qualcuno. Conosco bene il posto, anche per averci lavorato sia come dipendente che come cliente. Non posso negare che questo valore anche affettivo non abbia influito sulla mia scelta”.

Sono passati 10 mesi dal suo insediamento a Cinecittà, come si sta trovando?

Il livello di complessità è sfidante ma ogni giorno viene affrontato con l’obiettivo di migliorare lo status quo in ogni ambito di intervento. Cinecittà ha due anime: la parte istituzionale e quella commerciale. Entrambe meritevoli dello stesso impegno da parte dell’Amministratore Delegato”.

Una giovane imprenditrice come è stata accolta dal sistema?

Sono nel settore audiovisivo da più di 20 anni, quindi conosco e sono a mia volta conosciuta da tantissimi operatori. Sono stata anche Presidente di Editori e Creators Digitali in Anica. Quindi ognuno, a suo modo, avrà maturato un’opinione di me basata sulle esperienze professionali e relazionali che precedono questo incarico. Posso dire di aver ricevuto tanto affetto da tutta l’industria”.

Come ha reagito alla situazione finanziaria non rosea di Cinecittà?

Ho dato il via a un’intensa opera di razionalizzazione sul bilancio, che ci ha consentito di ottimizzare le risorse interne e valorizzare alcuni fondamentali asset. Cinecittà ora è più solida e in grado di accogliere le sfide e gli obiettivi di un nuovo piano industriale, in modo credibile e competitivo”.

E questi 10 mesi come sono stati?

Intensi e impegnativi, ma anche entusiasmanti”.

Ci descriva una sua giornata lavorativa tipo.

Difficile rispondere perché non ho una giornata tipo. Dormo poco da sempre, se non vado a Cinecittà presto è perché uso quel tempo per studiare. Sono sempre stata attratta dalle tecnologie emergenti e Cinecittà ha la particolarità di poter unire la tradizione all’innovazione, mi affascina capire come fonderle. Ciò mi aiuta a decidere quali investimenti accogliere, come rimodulare il PNRR, cosa proporre ai clienti. E do la stessa importanza al rapporto con i collaboratori e i dipendenti, incontro nel più breve tempo possibile ogni persona che me lo chiede. Ascoltare mi aiuta a riflettere. I temi su cui misurarsi sono tanti e diversi ora, serve metodo e rigore, personalizzando entrambi in un’azienda dove la creatività resta centrale”.

Mel Gibson tra pochi mesi inizierà a girare il suo nuovo film a Cinecittà, si prospettano altre produzioni internazionali?

È in post produzione White Mars, il thriller fantascientifico con sfumature horror girato in virtuale nel nostro LED volume stage nel teatro 18, protagonisti Lucy Hale di Pretty Little Liars e Luke Newton di Bridgerton. Gli Studios fanno da campo base per il film di Ridley Scott, The Dog Stars con Margaret Qualley, Josh Brolin, Jacob Elordi, Guy Pearce, e più in là ospiteranno parte delle riprese. A breve inizieranno le lavorazioni di due progetti: uno targato Disney e l’altro Universal coperti da accordi di riservatezza”.

Anche gli eventi avranno un ruolo nel futuro di Cinecittà?

Lo hanno già, abbiamo ospitato l’anteprima di Francis Ford Coppola, consolidato il rapporto con i David, puntiamo su manifestazioni dal sapore spettacolare prediligendo quelle con un taglio cinematografico, ma anche eventi di moda e glamour, rassegne e mostre”.

Cosa ne pensa della riforma del Tax Credit?

È stato ben accolto all’American Film Market di Los Angeles dove lo abbiamo presentato lo scorso anno insieme al MIC e all’APE (associazione produttori esecutivi) e abbiamo avuto ottimi riscontri internazionali. Quello per le produzioni domestiche è in fase di ulteriori modifiche e rettifiche, ma mi auguro che veda la luce quanto prima perché è importante per i produttori italiani”.

Che speranze hanno i giovani che lavorano nell’audiovisivo e che consigli sente di dare loro?

Vogliono avere un’occasione. Trovare persone che abbiano davvero intenzione di dargli fiducia, di scommettere su un progetto con loro. Hanno bisogno di essere supportati per lanciarsi e poter dimostrare che possono essere in grado di fare qualcosa di grande. Dico a tutti di proteggere innanzitutto i loro sogni: non devono farsi scoraggiare da pensieri omologati e convenzionali. È importante che nutrano una sana ambizione: se non credono in se stessi nessuno lo farà per loro. L’ambizione sana va sostenuta dalle famiglie, specialmente nelle bambine. A mio padre devo questo e a mio figlio spero di averlo trasmesso”.

Alla fine del suo mandato per cosa vorrebbe essere ricordata?

Vorrei valorizzare al massimo il Cinecittà touch ovvero lo straordinario valore aggiunto, rispetto ad altri competitor, che risiede nel talento di chi lavora qui: maestranze e operatori. Cinecittà esprime un lavoro fortemente specializzato, una forma di genius loci che porta a soddisfare le richieste complesse e articolate dei grandi maestri del cinema in modo veloce e rapido, spessissimo anche originale, grazie a un tocco che è tutto nostro, appunto, il Cinecittà touch”.