L’autobiografia postuma di Paul Newman, a 14 anni dalla sua morte

Il libro della Knopf realizzato sulla base di ore di registrazioni.

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Lo spaccone

Il 26 settembre 2008 moriva Paul Newman, uno degli attori più grandi e uno dei miti di Hollywood capaci ancora di emozionare i fan. Una figura della quale si è detto e letto molto, nel bene e nel male, ma che finalmente potrebbe dire la sua nell’autobiografia postuma che la casa editrice Knopf prevede di pubblicare il prossimo anno a partire da ore di registrazioni lasciate dalla star.

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Una vera e propria storia della sua vita, narrata dallo stesso Newman, a lungo rimasta sepolta nel seminterrato della casa in Connecticut. E che finalmente la famiglia ha scelto di trascrivere e diffondere in un libro di memorie – ancora senza titolo – integrato da interviste con familiari, amici e colleghi.

“Ciò che ha registrato, e in sostanza ciò che ha scritto, è così onesto e rivelatore – ha detto Peter Gethers, che ne curerà l’edizione. – Mostra un arco narrativo straordinario, di un ragazzo molto imperfetto all’inizio della sua vita e da giovane, ma che crescendo si è trasformato nel Paul Newman che vogliamo”.

Le registrazioni infatti partono da oltre 30 anni fa, quando Stewart Stern – amico e sceneggiatore del Rachel, Rachel diretto dallo stesso attore – iniziò a intervistare i figli di Newman, l’ex moglie Jacqueline Witte, amici intimi e attori e registi che avessero lavorato con lui. Una operazione continuata fino a circa 10 anni prima della sua morte e nella quale si toccano temi di ogni tipo, fino ai più intimi.

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Dai suoi primi anni di vita e il suo difficile rapporto con i suoi genitori, ai suoi problemi con l’alcol, le mancanze come marito e i difetti come genitore (compreso ilm momento della morte del figlio Scott per overdose di droga e alcol a 28 anni). Non mancano l’insicurezza degli inizi, la gelosia nei confronti di James Dean e Marlon Brando e il suo matrimonio con Joanne Woodward.