Le Deuxieme Acte (The Second Act), la recensione del film di apertura di Cannes 2024

Prossimamente al cinema con I Wonder Pictures

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Le Deuxieme Acte (The Second Act)

L’inclassificabile ed eclettico regista francese Quentin Dupieux apre con il suo nuovo film, Le Deuxieme Acte (The Second Act), il 77° Festival di Cannes. Interpretato da un cast di richiamo composto da Lea Seydoux, Vincent Lindon, Louis Garrel, Raphaël Quenard e Manuel Guillot, il film, presentato Fuori concorso, rappresenta una sorta di sintesi e al tempo stesso nuovo capitolo del divertente e surreale linguaggio cinematografico di Dupieaux. Prossimamente al cinema con I Wonder Pictures.

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IL FATTO

Florence (Lea Seydoux) vuole presentare David (Louis Garrel), uomo di cui è perdutamente innamorata, a suo padre Guillaume (Vincent Lindon). Ma David non è attratto da Florence e vorrebbe sfuggire alle sue attenzioni gettandola tra le braccia del suo amico Willy. I quattro si incontrano in un ristorante in mezzo al nulla dal nome Le Deuxieme Acte.

L’OPINIONE

Come ogni altro film di Quentin Dupieux, anche Le Deuxieme Acte (The Second Act) è indefinibile. Il regista di Doppia pelle (Le Daim, 2019), Fumare fa tossire (Fumer fait tousser, 2022), Yannick – La rivincita dello spettatore (2023) e Daaaaaalí! (2023) torna al Festival di Cannes con un nuovo lavoro che – solo per semplificare, ma non troppo – racconta di un film nel film in un altro film.

La storia di Florence che vuol presentare David a suo padre, mentre l’uomo sta tentando di scaricarla ad un amico è solo la trama del film che gli attori stanno interpretando su un set desolato, in cui avviene un po’ di tutto. Quindi c’è un primo racconto su cui si innesta quello delle riprese, a cui infine si aggiungono i retroscena di quella che dovrebbe essere la vita reale degli interpreti.

Singolarmente Dupieux però non mostra mai il set vero e proprio, per cui lo spettatore ha uno effetto di disorientamento acuito dal fatto che tra i momenti di ripresa e i dialoghi degli attori tra loro fuori dai propri personaggi non c’è alcuno stacco. Le conversazioni fluiscono in una surreale e spesso spassosissima alternanza tra battute della sceneggiatura del finto film che stanno girando e scambi degli interpreti tra loro con lunghi piani sequenza ininterrotti.

Eccellente l’interpretazione di Lea Seydoux, Vincent Lindon, Louis Garrel, Raphaël Quenard e Manuel Guillot, che naturalezza entrano ed escono dai propri personaggi restituendo l’intenzione voluta di fluidità.

Tutto ruota intorno alla distinzione tra realtà e finzione: dove finisce il cinema e dove inizia la realtà? Cos’è finzione e cosa è vero? Diupieux non risponde a queste domande, che alla fine sono il pretesto per un gioco cinematografico tecnicamente ben curato e che sortisce volutamente un effetto surreale in un gioco di specchi narrativi sorprendente e godibile.

L’Errore diventa la cifra stilistica de Le Deuxieme Acte (The Second Act); gusto del bizzarro e umorismo nero si mescolano in un cinema che diverte e affascina, ma al tempo stesso e forse più di tutto sembra prendersi gioco del cinema e della sua, a volte sproporzionata, sacralizzazione.

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I già citati precedenti lavori di Dupieux: Doppia pelle (2019), Fumare fa tossire (2022), Yannick – La rivincita dello spettatore (2023), Daaaaaalí! (2023); ma anche Mandibules – Due uomini e una mosca (2020) e Incredibile ma vero (2022).

RASSEGNA PANORAMICA
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