Stanno succedendo molte cose nel mondo dello streaming, tutte da raccontare, connettere e interpretare per capire quale sia il futuro molto prossimo del panorama mondiale dell’audiovisivo.
Cominciamo da HBO Max
Notizia di giornata, HBO Max ha annunciato che sospenderà la produzione di contenuto originale nei paesi del nord Europa in cui la piattaforma è presente (Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia), ma anche nell’area dell’Europa centrale, nei Paesi Bassi e in Turchia.
Inoltre, alcuni prodotti verranno rimossi dalla piattaforma per poter chiudere degli accordi di cessione di diritti con realtà di altro genere, dalla televisione generalista alle piattaforme satellitari.
Come comunicato dall’ufficio stampa di Warner Discovery, nuovo colosso dell’audiovisivo nato dalla fusione delle due compagnie, l’obiettivo della multinazionale è quello di arrivare alla creazione di una piattaforma unica che combini HBO Max e Discovery+, progetto prioritario per cui l’azienda ha deciso di distogliere le energie dalla produzione.
Un colpo non indifferente per le compagnie delle aree colpite che avevano puntato sull’arrivo di HBO Max per poter ampliare la produzione grazie alla presenza di un nuovo committente. Piani invece che dovranno essere rivisti e anche le serie già partite, come la svedese Lust o la danese Kamikaze subiranno come prima conseguenza quella di essere rimossi dal servizio per trasformarsi in asset con cui poter realizzare introiti diversi da quelli meramente derivati dagli abbonamenti.
Da questi tagli si salvano Spagna e Francia, mercati importanti da cui Warner Discovery non può permettersi di prescindere.
Senza andare in tecnicismi estremi, l’analisi è piuttosto semplice. La contrazione della crescita di Netflix, dovuta naturalmente alla nascita di una lunga serie di nuove piattaforme concorrenti, inficerà tutto il comparto, quindi tanto meglio prevenire piuttosto che curare.
La “crisi” è dovuta anche alla bulimia di contenuto che ha fatto sì che non tutto quello che si produce abbia un livello qualitativo soddisfacente, altra ragione dell’emoraggia di abbonati.
Insomma, la prima bolla dell’era dello streaming sembrerebbe stare per esplodere e finirà con il tagliare migliaia di ore di produzione, innescando una crisi nel comparto, sebbene relativa, perché se la tendenza sarà quella di migliorare la qualità a discapito della quantità, la contrazione in termini di ore-lavoro e investimenti sarà minima.
Contemporaneamente però sta accadendo un’altra cosa molto importante.
La Champions League su Prime Video anche nel Regno Unito
Dopo Italia e Germania, le partite della più prestigiosa competizione calcistica per club europea arrivano sulla piattaforma di proprietà di Amazon anche per i sudditi di Elisabetta. Come accade anche in Italia, si tratterà solo di un numero limitato di match, venti per l’esattezza, a partire dalla stagione 2024-25.
L’acquisizione di diritti per grandi eventi sportivi è uno dei trend più importanti nel mondo dello streaming. Viacom18 ha pagato 2.8 miliardi di dollari per acquisire i diritti esclusivi del campionato indiano di cricket. Prime Video oltre al calcio ha già trasmesso per i suoi utenti britannici il Roland Garros. Apple TV+ si è assicurata i diritti per la trasmissione delle partite della MLS, il campionato di calcio statunitense, ora patria anche di Insigne, Chiellini e Criscito.
La tendenza è quindi quella di creare una programmazione quasi generalista all’interno dele piattaforme. Una variazione dell’originale modello di business dettato da due necessità.
In prima istanza, trovare una tipologia di abbonati diversa dall’appassionato di cinema e serie. E poi avere del prodotto che possa generare ricavi grazie alla vendita di spazi pubblicitari.
Tutto questo avviene perché i soli abbonamenti non possono più sostenere gli investimenti che le piattaforme hanno fatto e prevedono di fare anche in futuro. E l’ulteriore conseguenza sarà molto piacevole proprio per tutti gli appassionati di cinema. Ovvero riconsiderare l’imprescindibilità della sala per alcuni prodotti cinematografici di alto spessore.