L’immensità, Penelope Cruz: «Interpretare una madre per me è sempre un onore»

Il film è stato presentato oggi a Venezia79

0

Oggi si è tenuta la conferenza stampa del film L’Immensità diretto da Emanuele Crialese con Penelope Cruz, Luana Giuliani e Vincenzo Amato. All’inizio dell’incontro con la stampa il regista ha affrontato subito uno dei temi della pellicola:

“Il film è un lavoro sulla memoria, sull’autobiografia. Il personaggio di Adriana è nessuno. E’ispirato alla mia storia, alla infanzia, ho cercato di trovare una chiave che non parlasse solo di me ma che rappresentasse in modo universale temi che mi stanno molto a cuore come quello della migrazione di un’anima che può essere anche una transizione, cioè un movimento che facciamo da uno stato all’altro ed è un movimento molto importante che facciamo tutti. Sono temi a me a molto cari e in questo film li ho ripresi in una chiave un po’ più autobiografica”.

Nel film Luana Giuliani interpreta Adriana e durante l’incontro stampa ha speso delle bellissime parole per il regista:

“Emanuele è speciale e anche molto bravo, all’inizio ero un po’ preoccupata di fare questo personaggio ma poi lui mi ha spiegato dellle cose e mi è piaciuto un sacco interpretare Emanuele da piccolo”.

Nel film Penelope Cruz interpreta la madre di Adriana, una donna che fa il possibile per proteggere i suoi tre figli dalla brutalità del padre e anche dalla sua depressione.

“Ho interpretato molte madri nella mia carriera. Anche quando ero molto giovane con Pedro Almodovar, ho fatto sette film e in cinque di questi interpreto una madre e  non credo sia una coincidenza. Ho un istinto materno molto forte, sono davvero affascinata da ciò che accade all’interno di ogni famiglia. Ogni singolo film che realizzo potrebbe essere girato attorno a una famiglia. Per me è sempre un onore interpretare molte donne e madri diverse.”

Penélope Cruz torna a recitare in italiano. Già in passato, diretta da Sergio Castellitto in Non ti muovere, l’attrice spagnola aveva sorpreso il pubblico parlando la nostra lingua:

“Quando avevo 18 o 19 anni ho lavorato a molti progetti italiani e ho imparato la lingua. Mi sono sempre piaciute le lingue straniere e anche studiare accenti diversi. Questa è una vera passione che ho. Penso che più lavoro, più imparo e questo torna molto utile quando devi comunicare con altre persone. Mi sento molto fortunata di poter lavorare parlando lingue diverse”

SINOSSI

Roma, anni 70: un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi. A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e dentro di loro tutto cambia. All’inizio dell’incontro con i giornalisti, Crialese ha affrontato subito uno dei temi piè dibattuti al Lido: “Il personaggio di Adriana è nessuno. Ho cercato di rappresentare in modo universale temi che mi stanno a cuore come quello della transizione che è un movimento che facciamo da uno stato all’altro ed è un movimento che riguarda tutti”. Poi però è andato a fondo della sua vicenda personale, soffermandosi in particolare sul rapporto che aveva con la madre: “Lei è stata peggio di me, si nascondeva più di me. Era una donna degli anni ’70 e ’80 che era sola con questo problema
che per lei era un problema, per me solo un modo di esistere. Io e lei eravamo molto complici ma lei soffriva del mio dolore e io del suo di cui ero responsabile. A volte è meglio stare insieme, altre volte no perchè si è responsabili del bene anche dell’altro”. Nel film è Penelope Cruz la madre di Adriana, la bambina che vorrebbe chaimarsi Andrea, una donna che cerca in tutti i modi di proteggere i suoi tre figli dalla ruvidezza del padre e anche dalla sua depressione.