L’orto americano, la recensione del ritorno all’horror di Pupi Avati

Il regista torna al vecchio amore con il film di chiusura di Venezia 81

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L'orto americano

Presentato in anteprima alla scorsa edizione di Venezia 81, come film di chiusura, L’orto americano di Pupi Avati – in sala dal 6 marzo con 01 Distribution – è anche l’occasione di rivedere il Filippo Scotti di È stata la mano di Dio protagonista di una storia d’amore dalle atmosfere gotiche, più che di un “horror”, come è stata generalmente presentata. Un film ambientato tra Bologna e l’Iowa, tra ospedali psichiatrici e Pianura Padana, nel quale vediamo il giovane attore affiancato da Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Chiara Caselli, Rita Tushingham, Massimo Bonetti, Morena Gentile, Mildred Gustafsson e Romano Reggiani, oltre a Cesare Cremonini, Nicola Nocella, Andrea Roncato.

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IL FATTO

A Bologna, ai tempi della Liberazione, un giovane con aspirazioni letterarie si innamora al primo sguardo di una bellissima infermiera dell’esercito statunitense di passaggio. Un colpo di fulmine che inaspettatamente ritorna a tormentarlo l’anno successivo, quando – trasferitosi negli Stati Uniti, in Iowa – finisce col vivere in una casa separata da quella della ragazza da uno strano orto sostanzialmente abbandonato. La conoscenza della madre di Barbara (questo il nome della ‘sua’ bella) scatena una concatenazione di eventi che lo portano a tornare in Italia per cercare notizie della ragazza scomparsa e che finiscono per trascinarlo in una realtà inquietante e impossibile da prevedere.

L'orto americano

L’OPINIONE

Dei gusti non si discute, certo, ma non merita di essere sottovalutato – o “dileggiato”, come dice lui – il buon vecchio Pupi Avati, stavolta autore di un film più riuscito di altri di questa sua fase ‘nostalgica’ e/o vagamente autobiografica. Una storia che forse solo lui poteva assemblare, in questo modo, riuscendo a conciliare l’afflato romantico che tanto appare essergli caro e una tradizione di lunga data con il gotico. Ad aiutarlo, sicuramente, l’esperienza e la dimestichezza con certo cinema, sia di genere sia classico (dei classici del cinema statunitense), che in L’orto americano colorano un bianco e nero particolarmente evocativo – e incredibilmente adatto alla narrazione – e rimediano a qualche incertezza, qui e lì.

Effetti di una artigianalità che forse andrebbe considerata tra i meriti del film e che il regista emiliano continua – giustamente – a difendere. E che in questo caso regala ulteriori sfumature a un thriller ben costruito, più legal che horror, come accennato, che – a parte un paio di momenti per appassionati di Edgar Allan Poe (compreso quello nel famoso ‘Orto’) – spazia indifferentemente dal Midwest dell’Iowa alla Bassa Padana per raccontare un giallo noir non particolarmente efferato, ma sicuramente drammatico.

Grazie alla tragica storia d’amore e di vita dei giovani protagonisti, tanto quanto l’approccio retrogrado e d’altri tempi a certe problematiche troppo spesso bollate come “pazzia”, senza trascurare una certa eleganza nello stile – nelle riprese e nella fotografia, oltre che nelle musiche – e un tono quasi poetico di fondo. Che se pure non ricorderà ai più quel cinema che faceva sognare l’Avati – quello della Hollywood che fu – e quel mondo, potrebbe sorprendere i meno prevenuti e quanti saranno felici di ritrovare, insieme ai vari Filippo Scotti, Andrea Roncato e Chiara Caselli, dei ‘fidi’ del regista come Massimo Bonetti e Claudio Botosso.

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Un vecchio classico del cinema di genere italiano e uno tra i film migliori del regista emiliano, è sempre il momento giusto di recuperare La casa dalle finestre che ridono del 1976. Che, però, non è l’unico riferimento quando si parla di Pupi Avati horror, considerato in primis il Balsamus, l’uomo di Satana con il quale esordì nel 1968 – e del quale parlò nella Masterclass di Venezia 81 – e lo Zeder del 1983 dopo il quale poi il cineasta si dedicò a tutt’altre storie (da Una gita scolastica e Impiegati a Festa di laurea, Regalo di Natale e Ultimo minuto) per tutti gli anni ’80.

 

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
lorto-americano-la-recensione-del-ritorno-allhorror-di-pupi-avatiItalia, 2024. Regia: Pupi Avati. Con: Filippo Scotti, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Chiara Caselli, Rita Tushingham, Massimo Bonetti, Morena Gentile, Mildred Gustafsson, Romano Reggiani, Cesare Cremonini, Nicola Nocella, Andrea Roncato. Durata: 1h e 47'. Distribuzione: 01 Distribution. Uscita: 6 marzo 2025